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Il blog del Passo

L'inizio

Il passo psicoanalitico nasceva nel 2013 dalla curiosità di interrogare la storia della psicoanalisi e dei suoi primi esponenti. Mi sorprendeva che una disciplina che andava con decisione alla ricerca del significato dei sintomi e della vita psichica del soggetto nel suo passato e che fin dai primi anni del secolo scorso, grazie all’opera di autori quali Otto Rank e Hanns Sachs e a riviste quali Imago, aveva ampliato questo suo procedere alla storia della cultura e dell’essere umano in generale, mostrasse poi così scarso interessere verso il suo stesso passato. Conoscevo l’amaro commento di Alain de Mijolla, direttore della Revue Internationale d’Histoire de la Psychanalyse che nel 1995, nell’ultimo numero della rivista, era costretto a scrivere:

Con questo numero termina l’avventura della Revue… cominciata cinque anni fa. L’indifferenza, per non dire il rifiuto, che gli psicoanalisti ancora oppongono a ciò che pretende di trattare del loro passato è un fenomeno di una profondità che mi sembra inquietante per lo stesso avvenire della psicoanalisi.

Commento che purtroppo va tuttora sottoscritto quantomeno per ciò che concerne la situazione italiana, nella quale le pubblicazioni sul tema probabilmente non abbondano e se anche non è così, di sicuro non riscuotono che poco e spesso momentaneo interesse. Basti pensare a quanti carteggi di Freud, ormai giù pubblicati in tedesco e spesso anche in altre lingue, ancora mancano nella nostra. Per fare solo qualche esempio: lo scambio di Freud con Karl Abraham, il terzo volume di quello con Ferenczi, le lettere alla figlia Anna (mentre il carteggio con gli altri figli è uscito in italiano – scelta poco comprensibile – in versione ridotta), quelle con la cognata Minna Bernays. E si potrebbe continuare ancora a lungo...

L’idea di ripercorrere almeno alcuni passi della storia psicoanalitica, diede lo spunto per il logo, il noto bassorilievo della Gradiva, che coglie una fanciulla in cammino e tanto apprezzato da Freud.

Logo de Il passo psicoanalitico

Il primo frutto del progetto fu un volume, Buongiorno, inconscio, che proponeva le biografie di cinque pionieri della psicoanalisi, Wilhelm Stekel, Alfred Adler, Carl Gustav Jung, Karl Abraham e Sándor Ferenczi, raccogliendo informazioni da diverse fonti. Era anche l’occasione per ricordare i tanti contributi teorici di questi autori, spesso ingiustamente considerati superati per un semplice e meccanico criterio cronologico.

Copertina di Buongiorno, inconscio

Confrontando le diverse fonti bibliografiche emergevano spesso contraddizioni, puntualmente segnalate nel volume e che dimostravano quanto ancora ci fosse da indagare, da studiare, da chiarire.
 

Le traduzioni

Approfondendo gli studi diveniva chiaro che non solo molti saggi storiografici, ma anche parecchie fonti e materiale documentario non erano disponibili in italiano. Alcuni testi (basti citare Pionieri della psicoanalisi, edito da Feltrinelli, di Franz Alexander et. al.) erano ormai irrimediabimente fuori catalogo, altri non erano mai entranti in alcun catalogo editoriale italiano.

Si trattava dunque di spostare l’asse delle pubblicazioni dalla proposta di nuovi volumi a quella delle traduzioni, con l’intento di offrire materiale di studio, criticamente curato e più fruibile proprio in quanto (finalmente) disponibile in italiano.

Era il caso per esempio di Passando da Stekel, la successiva pubblicazione del Passo.

Copertina di Passando da Stekel

Ancor più era il caso di autori più noti agli addetti ai lavori, come Max Eitingon, fondatore del primo Policlinico Psicoanalitico in cui venne formalizzato, con i suoi pro e i suoi contro, l’iter formativo per gli analisti, tuttora valido nelle sue linee guida: i suoi articoli su questa esperienza offrono uno spaccato interessante dell’epoca. Di poco maggiore era stata la fortuna di un altro testo, ricco di indicazioni tecniche, tuttora valide: Traiettorie di sviluppo della psicoanalisi di Ferenczi e Rank, più noto come Prospettive di sviluppo della psicoanalisi. Aveva visto una prima traduzione italiana integrale solo nel 2012 in forma di lungo articolo: ancora gli mancava la dignitià di volume autonomo, che trovò con le pubblicazioni del Passo, presentato nel novembre 2017 alla Casa della Psicologia di Milano.

 

Copetina di Traiettorie di sviluppo della psicoanalisi

Alla dura legge dell’editoria, che comprensibilmente pubblica se ne trae profitto, non sfuggiva una non irrilevante quota di lavori di Freud: non ci si riferisce qui ai numerosi carteggi, già prima indicati, ma ai suoi lavori neurologici, che ammontano a quattro importanti volumi singoli, due consistenti inediti, nonché decine tra articoli e recensioni: una vera e propria banca di dati indispensabile per apprezzare la caratura di Freud in quanto scienziato e neurologo e per cogliere le radici del suo successivo pensiero psicoanalitico. A ragion veduta, dunque fu principalmente su questo che prese a concentrarsi l’impegno del Passo arrivando alla pubblicazione di tre dei quattro volumi singoli di Freud (Studio clinico sull’emiparalisi cerebrale dei bambini, Per la conoscenza delle diplegie cerebrali dell’infanzia, La paralisi cerebrale infantile) e di alcuni tra i suoi più noti articoli
  (A proposito di un sintomo che si accompagna spesso all’enuresi notturna dei bambini, Sull’emianopsia nella prima infanzia), nonché di un volume che raccoglie tutti i suoi lavori editi del 1887. Ma si poteva e doveva andare ancora oltre.

Copertina de La paralisi cerabrale infantile

 

Le trascrizioni


Il lavoro di traduzione degli scritti neurologici di Freud invitava a cogliere più in profondità il nesso tra questa prima parte della sua carriera scienticica e la sua biografia. Di qui l’attenzione alla documentazione in tal senso disponibile, in particolare ai carteggi. La conseguente necessità di consultare il ricco materiale lì contenuto mise in luce la drammatica mancanza in essi di un indice analitico paragonabile, per funzione e impostazione, a quello che costituisce l’intero volume XII delle Opere di Sigmund Freud, OSF) edite da Bollati Boringhieri. Ne risultò un poderoso doppio volume di grande formato, Nelle lettere di Freud, voll. I e II, che raccoglie oltre 13.000 voci distinte per categorie (nomi di persona, luoghi, opere di Freud, opere di altri autori, ec…). Divenne uno strumento indispensabile per il reperimento di concetti e nomi, ma ancora non bastava.

Avvicinarsi ai carteggi significava di necessità accedere alle edizioni straniere. Ma soprattutto richiedeva a volte la consultazione degli olografi stessi di Freud, la maggior parte dei quali è oggi liberamente fruibile sul sito della Library of Congess di Washington, D.C. 

Un olografo di Freud dalla Library of Congress

Lavorare sugli olografi richiede un passaggio che si pone a monte della traduzione, ossia la trascrizione a stampa delle righe manoscritte. Operazione non sempre semplice, soprattutto quando Freud (ed è la maggior parte delle volte) scrive in caratteri gotici, è necessaria per la pubblicazione delle edizioni tedesche di tutta quella documentazione che il padre della psicoanalisi non mandò a stampa: soprattutto lettere e inediti. Il ricercatore, se non mosso da obiettivi particolari, si ferma a queste edizioni in lingua originale e non consulta gli scomodi olografi, con ciò tuttavia perdendo una serie di informazioni perché non riportate dai volumi editi: errori, lapsus, ripensamenti, correzioni, cancellazioni, spostamenti ecc... Senza contare che così come nelle traduzioni si possono involontariamente tralasciare parti più o meno rilevanti del testo tradotto, allo stesso modo la trascrizione può risultare viziata da omissioni o errori di interpretazione dell'olografo: situazioni entrambe dimostrabili per quanto riguarda le trascrizioni freudiane (omissioni, errore).

L'accesso agli olografi ha consentito al Passo di portare a termine alcune pubblicazioni che altrimenti sarebbero risultate impossibili o comunque carenti. Anzitutto la traduzione dell’inedito del 1887 Introduzione critica alla neuropatologia, eseguita controntando parallelamente trascrizione tedesca, traduzione inglese e olografo di Freud: ciò ha permesso non solo di cogliere alcune sviste di trascrizione presenti nell’edizione a stampa tedesca, ma soprattutto di offrire al lettore italiano tutte le correzioni e gli errori dell’originale, nonché di ripristinare la struttura dell’originale, modificata per ragioni editoriali dai curatori tedeschi.

Copertina di Introduzione critica alla neuropatologia
 

Dalla trascrizione degli olografi di Freud ha preso avvio anche la traduzione di un testo che non poteva non stare molto a cuore al Passo : “Non è vana curiosità”. Carteggio Freud-Jensen (1907), che finalmente restituisce la completezza al  breve ma significativo carteggio tra i due grandi, di cui era sempre stato disponibile solo il contributo di Wilhelm Jensen. Alla memoria di questo autore è poi stata dedicata la traduzione delle sue due novelle L’ombrellino rosso e Nella casa gotica, che costituiscono (già nel volere di Jensen) il volume Forze superiori e che rappresentano i due testi che con Gradiva costituirono la fonte delle interpretazioni di Freud nonché il materiale del primo saggio psicoanalitico dedicato all’arte, Il delirio e i sogni nella “Gradiva” di Wilhelm Jensen.

Copertina di Non è vana curiosità

 

 Il blog del Passo

Dopo la serie di pubblicazioni che si sono succedute nel corso di questi otto anni (l’elenco completo si può trovare qui), si è infine deciso creare uno spazio online che potesse ospitare contributi centrati sulla storia della psicoanalisi e degli psicoanalisti e dare notizie su pubblicazioni ed eventi sulle stesse tematiche.

La speranza è di offrire qualcosa di valido ai lettori e soprattutto uno spazio di confronto e scambio di opinioni.

Michele M. Lualdi



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