Verbali della Società psicoanalitica di Vienna. Parte III
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Alfred Adler (fonte: adlercentre.ca) |
Formato PDF (versione critica delle parti I-IV)
[150] Serata
di conferenza: 8 febbraio 1911 [1]
Frischauf [come
ospite].
Steiner: inizio del
II semestre [2].
[130°] [3]
Verbale
Discussione
sulla conferenza di Adler:
La
protesta virile, suo ruolo e significato
nella
nevrosi
Entrando nel
dettaglio, l’oratore richiama tra l’altro l’attenzione sul fatto che, secondo
le parole di Adler, la forza e la qualità di una pulsione dovrebbe[ro]
dipendere dalla civiltà e non si trova[no] con questa, come finora abbiamo
inteso, in una relazione antagonista. – Che in realtà il nevrotico si assicuri
contro la propria libido, Adler lo ammette indirettamente, anche se afferma che
questa libido è arrangiata. Egli conferma con ciò solo l’opinione di Freud [151]
della battaglia tra Io e libido; e anche il concetto freudiano dell’Io è
acutamente circoscritto e perfettamente determinato. Se Adler vede solo il
transfert negativo, allora non coglie proprio la rimozione dell’atteggiamento
positivo che non viene tollerato dal paziente. – Similmente se egli concepisce
l’angoscia effettivamente come angoscia e non come conseguenza di un desiderio
rimosso.
Anche caso per caso
si può mostrare che, dietro l’ambizione, la protesta virile e la sicurezza, si
celano le tesi freudiane. Che la sicurezza sia un analogon della fuga nella
malattia è già stato detto; similmente la protesta virile è una formazione
reattiva e ciò che Adler comprende sotto [“]femminile[”] lo si può includere
nella libido. Queste cose possono certo essere concepite dal paziente in modo femminile,
importante è però la libido che vi si cela dietro e importante inoltre è che
questi fattori sono rimossi. – Se la rimozione, secondo Freud, serve a evitare
il dispiacere, allora ciò è anche una sicurezza; nel concetto di rimozione si
trova implicitamente la sicurezza. Disgusto, pudore ecc., sono tanto reazioni
quanto sicurezze contro le conseguenze degli stati libidici. Il paziente di
Adler ha paura della propria libido; senza desiderio non ci sarebbe però alcuna
motivazione alla difesa. Se egli ha paura di finire sotto il potere della
donna, allora alla base vi è la rimozione della componente masochistica.
Molto di ciò che
Adler fa valere è forse da ricondurre non tanto a valutazioni sbagliate quanto
a componenti innate o fissate di [una] libido con tendenza omosessuale. Componenti
omosessuali rimosse giocano in questo il ruolo maggiore.
Accanto
all’eccellente caratterologia, Adler ci ha detto molto sulle cause della
rimozione. Ha caratterizzato più da vicino le pulsioni dell’Io, descritto la
pulsione a farsi valere e indicato che la paura la svalutazione, del sentimento
di inferiorità può forse essere anche un motivo di rimozione.
L’oratore passa
infine a una critica dettagliata della [“]Nevralgia del trigemino[”] [6],
in cui emergono chiaramente l’invidia sessuale del paziente verso suo fratello
minore e il complesso materno. Che però il paziente voglia [andare] dalla madre
solo per protesta virile, ciò non emerge dall’articolo. È altrettanto poco
chiaro perché il paziente dovrebbe concepire la svalutazione assolutamente come
qualcosa di femminile. L’idea fondamentale di questo lavoro adleriano è
l’identificazione di sensazione di dolore = inferiorità = femminile. A questa
ipotesi, però, Adler viene soltanto sollecitato e a noi essa non viene
dimostrata. [152] Anche l’analisi del sogno mostra con chiarezza solo il suo
complesso materno, non però la concezione di Adler dello stesso. Ma persino se
il paziente volesse [andare] dalla madre solo per protesta virile, solo la
rimozione del desiderio della madre potrebbe essere la causa della nevrosi. Per
il bambino anche il contrasto tra maschile e femminile non esiste nella stessa
misura che per l’adulto, piuttosto il bambino sente anzitutto e nella maniera
più intensa il contrasto tra il piccolo e il grande, siano ora questi maschili
o femminili. In Adler, per contro, il concetto [di] maschile e femminile viene
così allargato che vi rientrano tutte le relazioni umane.
Se il senso di ogni
sogno è [“]sono una donna e vorrei essere un uomo[”], allora non si riesce a
capire perché questo desiderio, consciamente espresso dalla maggior parte delle
donne, origini sogni tanto difficilmente interpretabili e complicati. Se noi,
per contro, ricorriamo a tendenze libidiche rimosse, allora troviamo
improvvisamente tutto chiaro. Nella concezione di Adler ci si deve chiedere
cosa sia realmente inconscio, perché facciamo un’analisi. – Se vediamo che
Adler riconduce l’intera letteratura mondiale e la storia della civiltà alla
protesta virile e che tutto questo dovrebbe fondarsi sul dubbio riguardo al
ruolo sessuale e sulle valutazioni sbagliate, allora sarà consigliabile, per il
momento, restare con le teorie freudiane.
HITSCHMANN
rimprovera, con riguardo all’opinione generale, che la “nevralgia del
trigemino” è atta a provocare grande confusione tra i lettori. Anch’egli non
riesce a trovare che quella sia una vera analisi, [e] ancora, che le premesse
di Adler siano state dimostrate in questo caso. Se la protesta virile fosse
inconscia, allora durante un’analisi dovrebbe riemergere dall’inconscio. E
però, nella “analisi del trigemino”, il sessuale è stato messo proprio da
parte. Qualcosa di simile vale per i rimanenti casi e le interpretazioni dei
sogni di Adler. Egli non ha ancora dimostrato i suoi principi in statu nascendi
nel paziente. Ha anche tralasciato di indicare periodi precisi per le circostanze
da lui descritte: quando, per es., si manifesti il senso di inferiorità. Si
dovrebbe anzitutto dimostrare che questo senso di essere da meno si trovi prima
di tutti quegli abnormi atteggiamenti pulsionali quantitativi, che esso esista
già prima delle prime esperienze infantili decisive. Anche il fatto che
l’angoscia debba essere spiegata quale emergente sentimento di inferiorità non
è per nulla chiaro; c’è qui un confondere concettualmente ansietà e angoscia
nevrotica. – Se si è visto come sadismo e masochismo vengano già osservati nei
primi anni di vita del nevro[153]tico coatto, allora è chiaro che il sentimento
di essere da meno non può essere più vecchio, ma si sviluppa solo sulla base di
queste pulsioni patologiche. Similmente, tutti i vizi infantili, l’enuresi,
l’onicofagia, il succhiare [il pollice?] dovrebbero essere imputati alla cattiva
intenzione e l’originario elemento pulsionale non viene in ciò assolutamente
ammesso, cosa, anche questa, che si dovrebbe anzitutto dimostrare. Parimenti si
dovrebbe anzitutto dimostrare il desiderio [“]voglio essere un uomo[”] quale
forza pulsionale primaria della sessualità precocemente risvegliata. Il
voler-interpretare questo ruolo è certo già stato descritto da Freud nei
desideri: voglio essere il padre, voglio essere la madre. Concepire il sopra
nel sogno come altro che sessuale sembra impossibile; cosa di cui anche “Sogno”
di Rank, nello Jahrbuch, è un bell’esempio [7].
Per via dei suoi
rapporti personali con la psicologia universitaria, con la pedagogia, il
socialismo e il movimento femminista, Adler è giunto a concepire tutto, persino
il fenomeno più sessuale, come protesta virile. Così è giunto a gettar via ciò
che nel bambino non si può vedere perché è inconscio e a porre in primo piano
ciò che nel bambino è chiaramente visibile. Ciò che si pone in parte dietro la
sua pulsione aggressiva e protesta virile lo si può ascrivere in gran parte
alla tendenza di tutto l’esistente ad affermarsi come esistente.
Se Adler nega il
sessuale richiamando l’attenzione sul fatto che la sessualità nell’uomo civilizzato
non gioca più un tale ruolo, allora non si accorge in ciò che proprio questo
dato di fatto deve condurre alla nevrosi. – Sono da riconoscere i meriti che Adler
si è guadagnato con la caratterologia grazie al fatto che ha osservato l’intera
faccenda da un lato totalmente altro. Egli non ha però spiegato la nevrosi, ma
dato soltanto una valida descrizione del manifestarsi della nevrosi. Alcuni dei
suoi punti di vista sono di grande valore per la pedagogia e anche per la
terapia.
FURTMÜLLER ritiene i
tempi ancora prematuri per assumere una posizione pro o contro le dichiarazioni
di Adler. Nel dettaglio, l’oratore cerca anzitutto di confutare alcune
obiezioni del prof. Freud, come quella che le ricerche di Adler, sotto
l’aspetto tecnico e tattico, potrebbero rappresentare un pericolo per la
psicoanalisi.
Se viene sempre
obiettato che Adler concepisce tutte le cose sessuali come onanismo,
masochismo, omosessualità ecc., come pro[154]testa virile, allora non si coglie
con ciò che naturalmente la sessualità è presupposta come forza e che la
protesta virile la dirige soltanto in una determinata direzione. – La perdita
lamentata da Freud del rapporto con il movimento culturale generale è
ristabilita da Adler con l’inclusione della questione femminile.
’oratore si volge
ora verso alcune dichiarazioni di Rosenstein, quale la dipendenza, erroneamente
intesa, delle pulsioni dalla civiltà, così come nel problema paura = paura [8],
in cui Adler cerca proprio [di] [9]
mostrare come mai si giunga alla rimozione della libido e con ciò alla paura.
Anche l’obiezione secondo cui la donna ha nella coscienza la propria protesta
virile non è plausibile, infatti ella non conosce l’importanza di questo
atteggiamento per la totalità del suo accadere psichico.
REITLER ha messo per iscritto le proprie dichiarazioni in forma di un articolo per lo Zentralblatt, sul quale il lavoro è pubblicato [10].
Gustav GRÜNER trova in Adler qualcosa di giusto [anche] per Freud e vorrebbe mettere in campo questa somiglianza con Freud in favore di Adler. Così, la differenza non sufficientemente chiarita nella teoria freudiana tra la psiche nevrotica e quella normale, in Adler diviene più comprensibile grazie al fatto che egli vuole ricondurla a differenze quantitative. – Per quanto riguarda la posizione di Adler sulla sessualità, concepisce la stessa come l’elemento trainante nell’uomo.
ADLER sottolinea, in
opposizione a un’osservazione di molti oratori, che nei suoi lavori si coglie
un progressivo sviluppo già a partire dallo [“]Studio sull’inferiorità degli
organi[”] [11]. Per
quanto riguarda il rimprovero che l’organo inferiore viene ora trascurato, è da
sottolineare che nelle nevrosi tardive non importa tanto su quale terreno
l’inferiorità o, come si può anche, in parte, dire, l’erogenità si faccia
valere, piuttosto tutti questi moti devono passare per il punto focale del sentimento
di inferiorità.
Il significato della
fissazione a una persona non è da stimare così tanto; la rimozione va mano
nella mano con il fatto che si tratta [155] della fissazione di una condizione
affettiva. La conservazione di questa condizione affettiva nei bambini è molto
spesso cosciente e anche il nevrotico la ricorda spesso [risalendo] fino a un
periodo precocissimo.
Più difficile è
rendere plausibile che il bambino giunga in una situazione in cui esplora a
tentoni tutto il mondo secondo maschile e femminile, benché la lingua offra
prove a sostegno del fatto che questo punto di transito esiste davvero. –
Quanto alla libido alterata, non si tratta proprio per nulla di ciò che
potremmo chiamare libido, ma di manifestazioni del voler valere. Così, per es.
nella lotta contro il rivale emergente, che Freud ha descritto tra le
condizioni dell’amore [12].
– Anche la tendenza alla sicurezza si differenzia dalle condizioni della
nevrosi enunciate da Freud: la fuga nella malattia è solo una parte della vita
psichica, come viene alla luce nella protesta virile. Fuga nella malattia è la
cognizione dello stato di fatto, che però non ci dice cosa stia accadendo nella
psiche dell’interessato; con la tendenza alla sicurezza, per contro, si intende
un meccanismo; qui si tratta di un sentimento originario di inferiorità e di
una insicurezza da cui il paziente si sforza di venir fuori. Questo concetto va
bene anche per la tendenza secondaria della malattia e va bene anche per il
meccanismo della rimozione.
In conclusione
l’oratore sottolinea che non ha cercato di svalutare la concezione di Freud
della nevrosi e dei suoi meccanismi, ma solo di obbedire alla necessità pratica
e teorica di porli su una base più ampia e di far valere un punto di vista
evolutivo che osserva [essere considerato] sorpassato anche da Freud [13].
Al signor Rosenstein viene
risposto che le pulsioni possono senza dubbio indebolirsi sotto l’influsso
della civiltà e che si tratta qui di un influsso reciproco tra vita pulsionale
e culturale. – Che l’angoscia sia effettivamente angoscia ritorna spesso in
Freud. E se anche non crede, come Freud, che la prima angoscia si realizzi
durante la nascita, egli, con l’opinione che la nostra angoscia sia l’impiego
del ricordo di un sentimento, [l’impiego] di un’allucinazione, è molto più
vicino a Freud di quelli che hanno combattuto questa concezione [14].
Bibliografia
Nunberg H., Federn E. (herausgegeben von) (1974), Protokolle der Wiener
Psychoanalytischen Vereinigung. Band III
1911-1912, Fischer Verlag, Frankfurt a. M., 1974.
[1] [NdT] Da: Nunberg H., Federn E. (herausgegeben von), Protokolle der
Wiener Psychoanalytischen Vereinigung. Band III 1911-1912, Fischer Verlag,
Frankfurt a. M., 1974, 150-55. Tutte le parentesi quadre sono mie, fatte salve
quelle dei curatori tedeschi, segnalate come tali in nota. Le note dei curatori
tedeschi sono introdotte dalla sigla NdC; le mie dalla sigla NdT.
[2] [NdC] Si tratta
qui probabilmente di un seminario che teneva Steiner.
[3] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[4] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[5] [NdC] Si veda n. 12
del verbale precedente.
[6] [NdC] Si veda n. 13
del 125° verbale.
[7] [NdC] O. Rank, “Ein Traum, der sich selbst deutet”, Jahrbuch, vol.
2, 1910, 465-540.
[NdT] Si può leggere il lavoro in
italiano nella traduzione di Francesco Marchioro: “Un sogno che interpreta se
stesso”, in Sogno, mito, poesia. Tre saggi di Otto Rank, Fattore Umano
Edizioni, Roma, 2015, 13-75.
[8] [NdC] Si veda la
risposta di Adler a conclusione del dibattito, in cui menziona il fatto che
Freud afferma a più riprese che l’angoscia è realmente angoscia. Ancora non si
differenziavano le diverse forme dell’angoscia da quelle della paura.
[NdT] “Paura = paura” (Furcht =
Furcht). Si veda, tenendo a mente la mancanza di una netta distinzione tra
paura e angoscia (Angst), l’intervento con cui Rosenstein apre la serata: Adler
“concepisce l’angoscia effettivamente come angoscia”.
[9] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[10] [NdC] “Kritische
Bemerkungen zu Dr. Adler’s Lehre vom ‚männlichen Protest‘ [Osservazioni
critiche sulla teoria di Adler della ‘protesta virile’]”. Zentralblatt, Vol. 1, 1911, pp 580-86.
[11] [NdC] A. Adler, Studie über Minderwertigkeit von Organen [Studio
sull’inferiorità degli organi], Urban & Schwarzenberg, Berlin – Wien
1907; nuova edizione come tascabile Fischer n. 6349, Frankfurt am Main, 1977.
[12] [NdC] S. Freud, “Su
un tipo particolare di scelta oggettuale nell’uomo” (1910).
[13] [NdC] Questa
enunciazione è estremamente oscura.
[14] [NdC] Adler allude
evidentemente alla concezione di Freud secondo cui l’affetto è per così dire la
ripetizione di un’azione a suo tempo opportuna, una concezione che si basa su
un’idea di Darwin.
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