Verbali della Società psicoanalitica di Vienna. Parte III

Alfred Adler (fonte: adlercentre.ca)


Michele M. Lualdi
 

Formato PDF (versione critica delle parti I-IV)





[150] Serata di conferenza: 8 febbraio 1911 [1]

 Presenti: Adler, Brecher, Federn, Hitschmann, Rank, Reitler, Hilferding, Friedjung, Furtmüller, Freud, Jekels, Steiner, Stekel, Tausk, Grüner F. e G., Wagner, Klemperer, Sachs, Winterstein, Rosenstein. 
Frischauf [come ospite]. 
Steiner: inizio del II semestre [2].  

[130°] [3] Verbale

 [Prosecuzione della] [4]
Discussione sulla conferenza di Adler:
La protesta virile, suo ruolo e significato
nella nevrosi

 ROSENSTEIN inizia con la dichiarazione che ha apprezzato i lavori biologici di Adler come valido completamento alla psicologia freudiana (si veda il lavoro nello Jahrbuch II [5]), ma che guarda senza alcuna simpatia alle sue affermazioni psicologiche, a partire dall’ermafroditismo psichico. Le attuali opinioni di Adler sono un miscuglio in parte di meccanismi e concetti freudiani, dall’altro lato di valutazioni estremamente adeguate e di concetti intellettuali. 
Entrando nel dettaglio, l’oratore richiama tra l’altro l’attenzione sul fatto che, secondo le parole di Adler, la forza e la qualità di una pulsione dovrebbe[ro] dipendere dalla civiltà e non si trova[no] con questa, come finora abbiamo inteso, in una relazione antagonista. – Che in realtà il nevrotico si assicuri contro la propria libido, Adler lo ammette indirettamente, anche se afferma che questa libido è arrangiata. Egli conferma con ciò solo l’opinione di Freud [151] della battaglia tra Io e libido; e anche il concetto freudiano dell’Io è acutamente circoscritto e perfettamente determinato. Se Adler vede solo il transfert negativo, allora non coglie proprio la rimozione dell’atteggiamento positivo che non viene tollerato dal paziente. – Similmente se egli concepisce l’angoscia effettivamente come angoscia e non come conseguenza di un desiderio rimosso. 
Anche caso per caso si può mostrare che, dietro l’ambizione, la protesta virile e la sicurezza, si celano le tesi freudiane. Che la sicurezza sia un analogon della fuga nella malattia è già stato detto; similmente la protesta virile è una formazione reattiva e ciò che Adler comprende sotto [“]femminile[”] lo si può includere nella libido. Queste cose possono certo essere concepite dal paziente in modo femminile, importante è però la libido che vi si cela dietro e importante inoltre è che questi fattori sono rimossi. – Se la rimozione, secondo Freud, serve a evitare il dispiacere, allora ciò è anche una sicurezza; nel concetto di rimozione si trova implicitamente la sicurezza. Disgusto, pudore ecc., sono tanto reazioni quanto sicurezze contro le conseguenze degli stati libidici. Il paziente di Adler ha paura della propria libido; senza desiderio non ci sarebbe però alcuna motivazione alla difesa. Se egli ha paura di finire sotto il potere della donna, allora alla base vi è la rimozione della componente masochistica. 
Molto di ciò che Adler fa valere è forse da ricondurre non tanto a valutazioni sbagliate quanto a componenti innate o fissate di [una] libido con tendenza omosessuale. Componenti omosessuali rimosse giocano in questo il ruolo maggiore. 
Accanto all’eccellente caratterologia, Adler ci ha detto molto sulle cause della rimozione. Ha caratterizzato più da vicino le pulsioni dell’Io, descritto la pulsione a farsi valere e indicato che la paura la svalutazione, del sentimento di inferiorità può forse essere anche un motivo di rimozione. 
L’oratore passa infine a una critica dettagliata della [“]Nevralgia del trigemino[”] [6], in cui emergono chiaramente l’invidia sessuale del paziente verso suo fratello minore e il complesso materno. Che però il paziente voglia [andare] dalla madre solo per protesta virile, ciò non emerge dall’articolo. È altrettanto poco chiaro perché il paziente dovrebbe concepire la svalutazione assolutamente come qualcosa di femminile. L’idea fondamentale di questo lavoro adleriano è l’identificazione di sensazione di dolore = inferiorità = femminile. A questa ipotesi, però, Adler viene soltanto sollecitato e a noi essa non viene dimostrata. [152] Anche l’analisi del sogno mostra con chiarezza solo il suo complesso materno, non però la concezione di Adler dello stesso. Ma persino se il paziente volesse [andare] dalla madre solo per protesta virile, solo la rimozione del desiderio della madre potrebbe essere la causa della nevrosi. Per il bambino anche il contrasto tra maschile e femminile non esiste nella stessa misura che per l’adulto, piuttosto il bambino sente anzitutto e nella maniera più intensa il contrasto tra il piccolo e il grande, siano ora questi maschili o femminili. In Adler, per contro, il concetto [di] maschile e femminile viene così allargato che vi rientrano tutte le relazioni umane. 
Se il senso di ogni sogno è [“]sono una donna e vorrei essere un uomo[”], allora non si riesce a capire perché questo desiderio, consciamente espresso dalla maggior parte delle donne, origini sogni tanto difficilmente interpretabili e complicati. Se noi, per contro, ricorriamo a tendenze libidiche rimosse, allora troviamo improvvisamente tutto chiaro. Nella concezione di Adler ci si deve chiedere cosa sia realmente inconscio, perché facciamo un’analisi. – Se vediamo che Adler riconduce l’intera letteratura mondiale e la storia della civiltà alla protesta virile e che tutto questo dovrebbe fondarsi sul dubbio riguardo al ruolo sessuale e sulle valutazioni sbagliate, allora sarà consigliabile, per il momento, restare con le teorie freudiane.  

HITSCHMANN rimprovera, con riguardo all’opinione generale, che la “nevralgia del trigemino” è atta a provocare grande confusione tra i lettori. Anch’egli non riesce a trovare che quella sia una vera analisi, [e] ancora, che le premesse di Adler siano state dimostrate in questo caso. Se la protesta virile fosse inconscia, allora durante un’analisi dovrebbe riemergere dall’inconscio. E però, nella “analisi del trigemino”, il sessuale è stato messo proprio da parte. Qualcosa di simile vale per i rimanenti casi e le interpretazioni dei sogni di Adler. Egli non ha ancora dimostrato i suoi principi in statu nascendi nel paziente. Ha anche tralasciato di indicare periodi precisi per le circostanze da lui descritte: quando, per es., si manifesti il senso di inferiorità. Si dovrebbe anzitutto dimostrare che questo senso di essere da meno si trovi prima di tutti quegli abnormi atteggiamenti pulsionali quantitativi, che esso esista già prima delle prime esperienze infantili decisive. Anche il fatto che l’angoscia debba essere spiegata quale emergente sentimento di inferiorità non è per nulla chiaro; c’è qui un confondere concettualmente ansietà e angoscia nevrotica. – Se si è visto come sadismo e masochismo vengano già osservati nei primi anni di vita del nevro[153]tico coatto, allora è chiaro che il sentimento di essere da meno non può essere più vecchio, ma si sviluppa solo sulla base di queste pulsioni patologiche. Similmente, tutti i vizi infantili, l’enuresi, l’onicofagia, il succhiare [il pollice?] dovrebbero essere imputati alla cattiva intenzione e l’originario elemento pulsionale non viene in ciò assolutamente ammesso, cosa, anche questa, che si dovrebbe anzitutto dimostrare. Parimenti si dovrebbe anzitutto dimostrare il desiderio [“]voglio essere un uomo[”] quale forza pulsionale primaria della sessualità precocemente risvegliata. Il voler-interpretare questo ruolo è certo già stato descritto da Freud nei desideri: voglio essere il padre, voglio essere la madre. Concepire il sopra nel sogno come altro che sessuale sembra impossibile; cosa di cui anche “Sogno” di Rank, nello Jahrbuch, è un bell’esempio [7]
Per via dei suoi rapporti personali con la psicologia universitaria, con la pedagogia, il socialismo e il movimento femminista, Adler è giunto a concepire tutto, persino il fenomeno più sessuale, come protesta virile. Così è giunto a gettar via ciò che nel bambino non si può vedere perché è inconscio e a porre in primo piano ciò che nel bambino è chiaramente visibile. Ciò che si pone in parte dietro la sua pulsione aggressiva e protesta virile lo si può ascrivere in gran parte alla tendenza di tutto l’esistente ad affermarsi come esistente. 
Se Adler nega il sessuale richiamando l’attenzione sul fatto che la sessualità nell’uomo civilizzato non gioca più un tale ruolo, allora non si accorge in ciò che proprio questo dato di fatto deve condurre alla nevrosi. – Sono da riconoscere i meriti che Adler si è guadagnato con la caratterologia grazie al fatto che ha osservato l’intera faccenda da un lato totalmente altro. Egli non ha però spiegato la nevrosi, ma dato soltanto una valida descrizione del manifestarsi della nevrosi. Alcuni dei suoi punti di vista sono di grande valore per la pedagogia e anche per la terapia. 

FURTMÜLLER ritiene i tempi ancora prematuri per assumere una posizione pro o contro le dichiarazioni di Adler. Nel dettaglio, l’oratore cerca anzitutto di confutare alcune obiezioni del prof. Freud, come quella che le ricerche di Adler, sotto l’aspetto tecnico e tattico, potrebbero rappresentare un pericolo per la psicoanalisi. 
Se viene sempre obiettato che Adler concepisce tutte le cose sessuali come onanismo, masochismo, omosessualità ecc., come pro[154]testa virile, allora non si coglie con ciò che naturalmente la sessualità è presupposta come forza e che la protesta virile la dirige soltanto in una determinata direzione. – La perdita lamentata da Freud del rapporto con il movimento culturale generale è ristabilita da Adler con l’inclusione della questione femminile. 
’oratore si volge ora verso alcune dichiarazioni di Rosenstein, quale la dipendenza, erroneamente intesa, delle pulsioni dalla civiltà, così come nel problema paura = paura [8], in cui Adler cerca proprio [di] [9] mostrare come mai si giunga alla rimozione della libido e con ciò alla paura. Anche l’obiezione secondo cui la donna ha nella coscienza la propria protesta virile non è plausibile, infatti ella non conosce l’importanza di questo atteggiamento per la totalità del suo accadere psichico.

REITLER ha messo per iscritto le proprie dichiarazioni in forma di un articolo per lo Zentralblatt, sul quale il lavoro è pubblicato [10]

Gustav GRÜNER trova in Adler qualcosa di giusto [anche] per Freud e vorrebbe mettere in campo questa somiglianza con Freud in favore di Adler. Così, la differenza non sufficientemente chiarita nella teoria freudiana tra la psiche nevrotica e quella normale, in Adler diviene più comprensibile grazie al fatto che egli vuole ricondurla a differenze quantitative. – Per quanto riguarda la posizione di Adler sulla sessualità, concepisce la stessa come l’elemento trainante nell’uomo. 

ADLER sottolinea, in opposizione a un’osservazione di molti oratori, che nei suoi lavori si coglie un progressivo sviluppo già a partire dallo [“]Studio sull’inferiorità degli organi[”] [11]. Per quanto riguarda il rimprovero che l’organo inferiore viene ora trascurato, è da sottolineare che nelle nevrosi tardive non importa tanto su quale terreno l’inferiorità o, come si può anche, in parte, dire, l’erogenità si faccia valere, piuttosto tutti questi moti devono passare per il punto focale del sentimento di inferiorità. 
Il significato della fissazione a una persona non è da stimare così tanto; la rimozione va mano nella mano con il fatto che si tratta [155] della fissazione di una condizione affettiva. La conservazione di questa condizione affettiva nei bambini è molto spesso cosciente e anche il nevrotico la ricorda spesso [risalendo] fino a un periodo precocissimo. 
Più difficile è rendere plausibile che il bambino giunga in una situazione in cui esplora a tentoni tutto il mondo secondo maschile e femminile, benché la lingua offra prove a sostegno del fatto che questo punto di transito esiste davvero. – Quanto alla libido alterata, non si tratta proprio per nulla di ciò che potremmo chiamare libido, ma di manifestazioni del voler valere. Così, per es. nella lotta contro il rivale emergente, che Freud ha descritto tra le condizioni dell’amore [12]. – Anche la tendenza alla sicurezza si differenzia dalle condizioni della nevrosi enunciate da Freud: la fuga nella malattia è solo una parte della vita psichica, come viene alla luce nella protesta virile. Fuga nella malattia è la cognizione dello stato di fatto, che però non ci dice cosa stia accadendo nella psiche dell’interessato; con la tendenza alla sicurezza, per contro, si intende un meccanismo; qui si tratta di un sentimento originario di inferiorità e di una insicurezza da cui il paziente si sforza di venir fuori. Questo concetto va bene anche per la tendenza secondaria della malattia e va bene anche per il meccanismo della rimozione. 
In conclusione l’oratore sottolinea che non ha cercato di svalutare la concezione di Freud della nevrosi e dei suoi meccanismi, ma solo di obbedire alla necessità pratica e teorica di porli su una base più ampia e di far valere un punto di vista evolutivo che osserva [essere considerato] sorpassato anche da Freud [13]
Al signor Rosenstein viene risposto che le pulsioni possono senza dubbio indebolirsi sotto l’influsso della civiltà e che si tratta qui di un influsso reciproco tra vita pulsionale e culturale. – Che l’angoscia sia effettivamente angoscia ritorna spesso in Freud. E se anche non crede, come Freud, che la prima angoscia si realizzi durante la nascita, egli, con l’opinione che la nostra angoscia sia l’impiego del ricordo di un sentimento, [l’impiego] di un’allucinazione, è molto più vicino a Freud di quelli che hanno combattuto questa concezione [14]

Bibliografia 

Nunberg H., Federn E. (herausgegeben von) (1974), Protokolle der Wiener Psychoanalytischen Vereinigung. Band III 1911-1912, Fischer Verlag, Frankfurt a. M., 1974.



[1] [NdT] Da: Nunberg H., Federn E. (herausgegeben von), Protokolle der Wiener Psychoanalytischen Vereinigung. Band III 1911-1912, Fischer Verlag, Frankfurt a. M., 1974, 150-55. Tutte le parentesi quadre sono mie, fatte salve quelle dei curatori tedeschi, segnalate come tali in nota. Le note dei curatori tedeschi sono introdotte dalla sigla NdC; le mie dalla sigla NdT.

[2] [NdC] Si tratta qui probabilmente di un seminario che teneva Steiner.

[3] [NdT] Parentesi quadre dei curatori tedeschi.

[4] [NdT] Parentesi quadre dei curatori tedeschi.

[5] [NdC] Si veda n. 12 del verbale precedente.

[6] [NdC] Si veda n. 13 del 125° verbale.

[7] [NdC] O. Rank, “Ein Traum, der sich selbst deutet”, Jahrbuch, vol. 2, 1910, 465-540.

[NdT] Si può leggere il lavoro in italiano nella traduzione di Francesco Marchioro: “Un sogno che interpreta se stesso”, in Sogno, mito, poesia. Tre saggi di Otto Rank, Fattore Umano Edizioni, Roma, 2015, 13-75.

[8] [NdC] Si veda la risposta di Adler a conclusione del dibattito, in cui menziona il fatto che Freud afferma a più riprese che l’angoscia è realmente angoscia. Ancora non si differenziavano le diverse forme dell’angoscia da quelle della paura.

[NdT] “Paura = paura” (Furcht = Furcht). Si veda, tenendo a mente la mancanza di una netta distinzione tra paura e angoscia (Angst), l’intervento con cui Rosenstein apre la serata: Adler “concepisce l’angoscia effettivamente come angoscia”.

[9] [NdT] Parentesi quadre dei curatori tedeschi.

[10] [NdC] “Kritische Bemerkungen zu Dr. Adler’s Lehre vom ‚männlichen Protest‘ [Osservazioni critiche sulla teoria di Adler della ‘protesta virile’]”. Zentralblatt, Vol. 1, 1911, pp 580-86.

[11] [NdC] A. Adler, Studie über Minderwertigkeit von Organen [Studio sull’inferiorità degli organi], Urban & Schwarzenberg, Berlin – Wien 1907; nuova edizione come tascabile Fischer n. 6349, Frankfurt am Main, 1977.

[12] [NdC] S. Freud, “Su un tipo particolare di scelta oggettuale nell’uomo” (1910).

[13] [NdC] Questa enunciazione è estremamente oscura.

[14] [NdC] Adler allude evidentemente alla concezione di Freud secondo cui l’affetto è per così dire la ripetizione di un’azione a suo tempo opportuna, una concezione che si basa su un’idea di Darwin.


Commenti

Post popolari in questo blog

Verbali della Società psicoanalitica di Vienna. Parte IV

Verbali della Società psicoanalitica di Vienna. Parte II