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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

Inutile a dirsi (o quasi...). Postilla all'Incipit del "Diario clinico" di Sándor Ferenczi

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  Edvard Munch (1863-1944, "L'urlo" (1893) (fonte: wikimedia ) Michele M. Lualdi Ogni testo si fonda su tutta una serie di presupposti che, in quanto tali, vengono a buon diritto dati per scontati. Nel brano di apertura del  Diario clinico (1932), Ferenczi scrive:   “ la paziente… da bambina venne ampiamente abusata sessualmente dal padre, incapace di dominarsi, ma poi, evidentemente per angoscia morale e paura sociale, diffamata, per così dire, dal padre ” (Ferenczi, 1932).   Ciò che rischia qui di rimanere fin troppo in ombra è lo sfondo teorico contro il quale si staglia l’espressione “incapace di dominarsi” (“unbeherrschten” nell’originale). Se infatti essa può sembrare un inciso di poco conto, molto probabilmente veicola un’ipotesi etiologica di Ferenczi, sulla base di alcuni presupposti scontati allora quanto difficilmente intuibili oggi. Si riteneva infatti che l’incesto, a prescindere dalle questioni legali, caratterizzasse in specie i malati mentali, i qual

Il coraggio delle proprie idee: "Tentativo di una teoria genitale" di Sándor Ferenczi

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  René Mgritte, Il figlio dell'uomo  (1964) (fonte: wikimedia ) Michele M. Lualdi Formato PDF Il noto saggio di Ferenczi, Tentativo di una teoria genitale , meglio conosciuto come Thalassa , fece la sua prima comparsa sulla scena psicoanalitica non nel 1924, come volume pubblicato dalla casa editrice psicoanalitica internazionale, ma molto più in sordina, per tutta una serie di fattori. Anzitutto, Ferenczi era molto restio a organizzare e rendere pubbliche le sue riflessioni e quando infine si decise a presentarle ufficialmente, l’attenzione era concentrava su altro: era il 1922, al congresso di Berlino, e Freud aveva risvegliato l’interesse di tutti (in particolare di Groddeck; Lualdi, 2022 ) annunciando l’imminente uscita de L’Io e l’Es . Più tardi, il resoconto storico di Jones contribuì a lasciare nell’ombra quello storico momento in cui, dopo quasi dieci anni di titubanze, Ferenczi presentava le sue ricerche al pubblico dei colleghi. Il biografo di Freud ricorda dapprima, in p