Verbali della Società psicoanalitica di Vienna. Parte II
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Freud nel 1911 circa (Fonte: Freud Museum, London) |
Formato PDF (versione critica delle parti I-IV)
[139] Serata
di conferenza: 1 febbraio 1911 [1]
Presenti:
Adler, Federn, Freud, Friedjung, Furtmüller, Hitschmann, Jekels, Oppenheim,
Rank, Reitler, Sadger, Steiner, Stekel, Tausk, Klemperer, Silberer, Wagner,
Winterstein, Rosenstein.
Frischauf
[come ospite.] [2]
[129°] [3]
VERBALE
La protesta virile come problema nucleare della nevrosi [4]
[Relatore:]
[5]
Dr. Alfred Adler
Quale tesi di fondo delle
sue discussioni, il relatore pone l’assunto: le manifestazioni della rimozione,
come sono state descritte da Freud, costituiscono un importante capitolo per la
psiche nevrotica e normale, ma contengono in egual modo quelle forze pulsionali
da cui viene guidata la nevrosi.
Prima
di entrare nel suo vero tema: rimozione e protesta virile, loro ruolo e
significato per la dinamica nevrotica, il relatore cerca di rimuovere alcune
difficoltà. Così, anzitutto, il problema di quale origine abbiano le tendenze
alla protesta nell’uomo e nella donna e se esistano, ciò cui si può rispondere,
con riferimento allo sviluppo della civiltà e della società umane, che queste
forze pulsionali sono state in effetti sempre vitali ed efficaci, cosa in
favore della quale parla certo, tra l’altro, il fatto [140] che tutti noi ci
siamo familiarizzati con l’idea della lotta per la sopravvivenza. Parimenti
un secondo punto, ossia che la donna viene svalutata dall’uomo, si esprime chiaramente nella nostra
civiltà, può anzi essere addirittura guardato come forza pulsionale per la
nostra civiltà. Qui basti un accenno alle fatiche letterarie dei cosiddetti
antifemministi.
La
più grande difficoltà l’ha provocata l’approvazione dell’affermazione che
presuppone in tutte le donne, complessivamente, una protesta virile. A riprova
di ciò viene letta, da un libro di prossima pubblicazione sulla psicologia
della delinquente del Dr. jur. Jasni [6]
[sic], un autore che si identifica con le concezioni adleriane, una parte con
prove consone.
Passando
al suo tema, il relatore osserva che le cause e la via per la nevrosi,
nonostante la conoscenza della rimozione, non sono così chiare come si suppone;
si sono dovute impiegare molte idee ausiliarie, in parte indimostrate, in parte
indimostrabili. Riconducendolo alla costituzione sessuale, il problema della
rimozione riuscita e fallita è divenuto solo più enigmatico. La rimozione
organica appare solo quale uscita di sicurezza, il piacere come deus ex machina
della rimozione. Né è approfondita la natura della sublimazione e della
formazione sostitutiva. – L’aggrapparsi al concetto di complesso è un ulteriore
passo per porre la visione spaziale al di sopra di quella dinamica.
La
domanda è: il fattore trainante nella nevrosi è la rimozione o, come egli
vorrebbe dire, la psiche irritata, nell’indagine della quale si deve trovare
anche la rimozione? Tutta la rimozione avviene sotto la pressione della civiltà;
da dove origina però la nostra civiltà? Risposta: dalla rimozione. – La
pulsione dell’Io è divenuta un concetto senza contenuto. Se però non la si
concepisce come qualcosa di rigidamente definitasi, ma come la somma di tutte
le tensioni, come atteggiamento verso il mondo esterno, come un voler valere, un
tendere verso la forza, verso il dominio, [come] voler essere sopra, allora
diviene chiaro che questo voler valere deve agire 1° su certe pulsioni
inibendo, rimuovendo, modificando, 2° però, anzitutto accrescendo. – Ciò che
vediamo non è mai qualcosa di originario, ma l’inserimento del bambino [nella
civiltà] dirige e modifica la sua vita pulsionale tanto a lungo, finché questi non
si è adattato al mondo esterno. In questo primo periodo, non si può parlare [141]
di esemplarità e identificazione. – La soddisfazione pulsionale, e con essa la
qualità e la forza della pulsione, è costantemente variabile e perciò non
misurabile. Altrettanto poco, le tendenze libidiche permettono una conclusione
sulla forza e la composizione della pulsione sessuale. – Questo adattamento del
bambino a un dato, preciso ambiente si realizza accompagnato dall’atteggiamento
d’ostinazione del bambino, in conseguenza del quale questi si fissa su errori
infantili e su cattive abitudini sessuali. Questo atteggiamento d’ostinazione
determina poi nelle ragazze nevrotiche fantasie e il desiderio di concedersi
[sessualmente] per ferire la madre, determina nel nevrotico maschio polluzioni,
ejaculatio praecox, impotenza, con cui cerca di mettersi al sicuro dalla
sessualità. Da dove originano, ora, questa brama di valore, questo piacere per
lo sbagliato, per il proibito, questo ostinato fissarsi agli errori e queste
misure di sicurezza contro un eccesso o un’insufficienza, nel qual ultimo caso
il paziente passa all’autosvalutazione solo per potersi in seguito sollevare? Di
questo comportamento egli ha ritenuto responsabili due punti di transito dello
sviluppo psichico:
1°
Lo spuntare di un sentimento di essere da meno, in relazione all’inferiorità di
certi organi.
2°
chiari riferimenti a un effettivo timore di un ruolo femminile.
Con reciproco
sostegno, questi fattori conducono all’opposizione e all’atteggiamento
d’ostinazione. A partire da questo punto, la vita emotiva viene falsata, da qui
in avanti si inserisce la brama di trionfi. Alcuni nevrotici sanno di questi
tratti di carattere, anche se non li conoscono in tutta la loro estensione,
molti lo sapevano una volta e poi [lo hanno] dimenticato per ambizione o
vanità.
[142] La rivelazione dei tratti di carattere della protesta come primo pezzo dell’analisi è abitualmente seguita da un miglioramento, spesso però anche da resistenze che si palesano in tentativi di svalutazione del medico. Come simile a questo svelare la caratterologia nevrotica, Freud stesso descrive l’essenza della rimozione fallita. L’ulteriore pezzo dell’analisi conduce poi regolarmente alle fonti della nevrosi: il sentimento d’inferiorità e la protesta virile.
Ora, si deve ancora rispondere alla domanda: quando si ammala il nevrotico, o meglio, quando la sua nevrosi diviene manifesta? Freud suppone una causa occasionale, con la quale la rimozione diviene più forte, il vecchio complesso nuovamente ravvivato. Qui sono i punti oscuri, perché colui che è nevroticamente predisposto risponde ad ogni aspettativa o svalutazione con una crisi; questo è però il momento da cui possiamo datare lo scoppio della nevrosi, da un punto di vista puramente esterno. Le nuove rimozioni pulsionali sono manifestazioni concomitanti che si formano sotto l’aumentata coazione della protesta virile. Così, per es., per la paura che la donna gli sia superiore, [paura] che rode segretamente ogni nevrotico (che conduce alle fantasie che una donna lo ignori – Ganghofer [8], alla donna con il pene o con la coda di pesce, al ricordo d’infanzia di Leonardo [9], il cui contrario sono fantasie di nascita, idee di castrazione e il desiderio di essere una donna). Parimenti, la componente olfattoria concepita da Freud come libidica, si è rivelata [essere] un trucco nevrotico. Un paziente affermava, delle donne, che esse avevano un cattivo odore per svalutarle. La tendenza alla sicurezza è avviata dalla spinta a valere e sta psichicamente in una stessa serie con il desiderio di essere sopra, di volare, di salire su una scala a pioli o su una scala, di stare in cima al tetto di una casa e sogni simili. Parimenti, sono strettamente prossime la tendenza a svalutare la donna e [la tendenza] [10] a congiungersi sessualmente con lei. Chiara è questa tendenza nel tipo del Don Giovanni e in alcuni nevrotici conduce alla fuga verso la prostituta, con cui si risparmiano questa svalutazione. Un meccanismo simile è alla base dell’amore per i cadaveri. – Anche nel quadro del complesso dell’incesto il ragazzo, che vede che stare sopra è maschile, vuole congiungersi sessualmente con la madre per elevarsi sopra di lei e svalutarla. Con la stessa tendenza alla svalutazione, diviene anche un sadico. Se e quanta libido sia qui in gioco è del tutto indifferente. Relazioni con donne di servizio [143] e governanti, masturbazione e polluzione sono tendenze alla sicurezza contro la svalutazione e servono solamente alla tendenza maschile a non doversi sottomettere a una donna. Ritornando al caso comunicato nella prima conferenza [11], l’oratore sottolinea che i sintomi di sicurezza servivano a dimostrare a se stesso che non poteva sposarsi. Nella coscienza si diceva: [“]Posso sposarmi solo se trovo un buon posto di lavoro[”]. La sua situazione psichica non gli permetteva di ottenerlo. Chiediamoci ora: cosa ha rimosso il paziente? La sua libido? Era così consapevole di essa che pensava di continuo di mettersene al sicuro. Ha rimosso una fantasia? La sua fantasia era la donna sopra di lui, la dona con il pene. Questa stessa fantasia è un’immagine spaventosa per il paziente, eretta e mantenuta per darsi valore. – Ha rimosso moti libidici verso la madre? Soffre dunque del complesso edipico? Ci sono pazienti che hanno saputo del loro complesso edipico senza essere migliorati. Non si può più parlare di un complesso di desideri e fantasie libidici, piuttosto anche il complesso edipico dovrà essere compreso quale manifestazione parziale di una dinamica psichica ultraforte, come uno stadio della protesta virile, a partire dalla quale divengono possibili le più importanti conoscenze nella caratterologia del nevrotico.
Discussione
Il prof. FREUD
vorrebbe formulare oggi solo una parte delle sue obiezioni. Anzitutto la sua
posizione soggettiva sui lavori adleriani, poi le sue impressioni e infine
certe perplessità di principio, non controprove.
Ora, per quanto riguarda le impressioni oggettive, l’oratore cerca, evitando il più possibile la critica psicoanalitica che si interroga sempre sulla genesi della cose, di fissarle. Nel lavoro sullo Jahrbuch di Rosenstein [12], si afferma che sono da trovare in Adler il fondamento (inferiorità d’organo) e inoltre, per così dire, la prosecuzione verso l’alto, il collegamento con la psicologia di superficie (con l’Io, con la psicologia sociale). Che queste prosecuzioni verso l’alto e il basso siano necessarie, [Freud] lo ha sempre saputo, si è però limitato intenzionalmente alla psicologia dell’inconscio. Ora, però, il lavoro di Adler non è in realtà la prosecuzione verso l’alto e il fondamento verso il basso, ma qualcosa di assolutamente altro: non è la psicoanalisi.
Prima di iniziare a parlare nello specifico della sua impressione e delle sue perplessità di principio, l’oratore vorrebbe eliminare una serie di salvaguardie con cui il relatore ha circondato la sua teoria. Una 1a affermazione era: non c’è una conoscenza assoluta. Di questo dato di fatto cerchiamo certo di tener conto nella metodica, che cerca anzitutto risultati individuali. – [Una] 2a diceva che nella psicoanalisi deve essere permesso esprimere ogni personalità – Ora, fortunatamente per la psicoanalisi, non deve essere così e il modo per guardarsi da questo fattore personale, fino a un certo grado peraltro inevitabile, consiste nel promuovere le proprie ricerche, nell’accompagnare con l’autoanalisi il progresso della conoscenza. – 3a si palesano in ciò le due tendenze rivelate dai lavori di Adler: a) la tendenza antisessuale (in un lavoro non ancora stampato già parla di una preistoria asessuale) e b) una seconda tendenza è diretta contro il valore del dettaglio e contro la fenomenologia della nevrosi.
Adler ha difeso l’unità delle nevrosi, le quali in ogni caso ritiene aver fondamento nella stessa etiologia e negli stessi meccanismi. Ciò che [145] afferma è la monotonia della nevrosi; questa tendenza è da compiangere sul piano metodologico e condanna l’intero lavoro alla sterilità.
Con l’accettazione dei nuovi nomi, dovremmo compiangere inoltre la perdita di quelle parole programmatiche che hanno determinato la nostra relazione con i grandi gruppi culturali. La repressione pulsionale e il superamento delle resistenze ha[nno] risvegliato l’interesse di tutte le persone colte.
Tutte queste teorie adleriane, l’oratore non le ritiene insignificanti e vorrebbe per esse pronosticare quanto segue: faranno una grande impressione e anzitutto danneggeranno molto la psicoanalisi. La grande impressione ha due fonti: 1° non si può non riconoscere che un notevole intelletto con grandi doti espositive lavora a queste cose, 2° ma l’intera teoria ha un carattere reazionario e retrogrado e offre in tal modo un alto numero di premi di piacere. Offre, invece che psicologia, in gran parte biologia e invece che psicologia dell’inconscio offre psicologia di superficie, psicologia dell’Io. Infine, anziché psicologia della libido, della sessualità, offre psicologia generale. Così, sfrutterà le resistente latenti, ancora presenti in ogni psicoanalista, per farsi valere. Danneggerà dunque anzitutto lo sviluppo della psicoanalisi, d’altra parte, per ciò che riguarda i risultati psicoanalitici, rimarrà sterile.
Obiezioni generali di principio da farsi sono le seguenti: 1° ci stiamo sforzando di mantenere la psicologia pura da ogni dipendenza, mentre Adler la sottomette a punti di vista biologici e psicologici [13]. 2° la concezione di Adler mostra una notevole sopravvalutazione dell’elemento intellettuale. Le valutazioni sbagliate dei bambini, i loro dubbi e incertezze relativamente al sesso, in breve, le teorie sessuali infantili, sono per lui le forze trainanti, che dovrebbero sorreggere tutta la struttura. Questi giudizi sbagliati divengono però determinanti solo sotto ben determinati destini della libido, rispetto ai quali questi giudizi sbagliati non agiscono come forze trainanti ma solo dando forma. La 3a e più importante obiezione: l’intera descrizione della nevrosi è vista a partire dall’Io ed esaminata a partire dall’Io, così come la nevrosi appare all’Io. È psicologia dell’Io, resa profonda dalla conoscenza della psicologia dell’inconscio. Qui sta[nno] la forza e la debolezza della descrizione adleriana. Le cose che noi abbiamo studiato finora, in questo modo non le si può mai vedere. Così avviene anche che in Adler vengono scambiate di continuo [146] cose primarie e secondarie. Qui sta però anche il vero valore dei suoi lavori, in quanto offrono una psicologia dell’Io acutamente osservata. – Caratteristico in tal senso è anche il fatto che Adler, di tutte le nuove cose non ha scoperto nulla, ma cambia sempre il modo di pensarle.
Tanto perfettamente, inoltre, è riuscita in alcuni punti la descrizione del carattere quanto però in altri punti è notevolmente unilaterale. Questo carattere del nevrotico non è generale; un altro materiale dimostra un gran numero di altri tipi di carattere.
Se rimprovera agli allievi di ritrovare sempre e solo le stesse cose, egli stesso ha fatto di più con gli stereotipi. Torniamo a sentire sempre e solo del voler-essere-sopra, della sicurezza, dell’eccitare sessualmente, e del coprire le spalle, cosa che evidentemente ha a modello una zuffa infantile. – Il suo materiale sono persone con conflitti sciatti, caratteri strambi e spostati, ma nessuna vera isteria pura né grande nevrosi, in cui l’oratore stesso non ha ancor mai trovato il delirio [Delier] di sopra e sotto.
Infine ancora un paio di obiezioni di principio. Chiaramente, in ogni manifestazione nevrotica deve essere preso in considerazione l’Io. Il comportamento dell’Io gioca esattamente lo stesso ruolo nella genesi della nevrosi come nella genesi del sogno, in cui l’individuo mostra il desiderio di dormire. In modo del tutto simile, deve esserci un desiderio dell’Io ogni volta che ci si ammala nevroticamente. Quanto poco però questo desiderio di dormire ci chiarisce il dettaglio del sogno, tanto poco i motivi dell’Io della protesta virile ci chiariscono l’origine e la varietà della nevrosi. Se Adler ci fornisce costantemente la motivazione dell’Io per la nevrosi, non può comunque con ciò venir sostituita l’altra e più interessante motivazione. In conseguenza di questo punto di vista, egli giunge a valutazioni scientificamente sbagliate, all’affermazione che la libido del nevrotico non è autentica. Con questo diniego della libido, egli si comporta esattamente come l’Io nevrotico. La libido non è certo reale, la sua forza è completamente altrove; solo non ci si può dimenticare della moneta nevrotica e la si deve giudicare secondo le sue conseguenze, nelle inibizioni si mostra il suo taglio. Se di essa si dice che non è reale, ciò è giusto; ma dire che è falsa è completamente arbitrario e un concetto non scientifico. Il nocciolo della nevrosi è l’angoscia dell’Io di fronte alla libido e le dichiarazioni di Adler hanno solo rafforzato questa concezione. L’Io è ciò che ha paura della libido, la libido è tanto grande quanto lo sono i suoi effetti disturbanti. Di un tale arrangia[147]mento primario, come lo suppone Adler, non è nemmeno da parlare; queste fantasie solo più tardi vengono sopra o sottovalutate.
In conclusione l’oratore vorrebbe avvicinarsi a un altro punto ancora con la critica di un dettaglio. Dalle dichiarazioni di Adler non si ha assolutamente chiaro se la nevrosi sia una sicurezza dell’Io (vantaggio della malattia) o se rappresenti il fallimento di questa sicurezza. Oggi si è detto che la nevrosi viene provocata come sicurezza, mentre altrimenti per Adler la nevrosi origina dal fallimento della protesta virile. Ne risulta che una concezione unitaria della nevrosi sul terreno della teoria adleriana semplicemente non è possibile. È una teoria del carattere, consegue però soltanto gli abituali fraintendimenti dell’Io. È il diniego dell’inconscio, di cui l’Io si rende colpevole e che qui è stato fissato teoricamente.
ADLER ritiene di poter respingere questa presa di posizione come immeritata, benché sia consapevole di essersela cercata in alcuni punti. Se Freud richiama l’attenzione su una tendenza antisessuale, allora [Adler] deve sottolineare che il suo nevrotico non è meno sessuale. Le relazioni sessuali descritte da Freud si devono da trovare nella nevrosi. I suoi personali risultati vanno solo a mostrare ciò che è visto [come] sessuale, dietro il quale relazioni molto più importanti che lo convertono soltanto nel sessuale, la protesta virile [14]. Il “puramente” [15] sessuale non è nulla di originario, ma qualcosa di originato, un intreccio pulsionale. Se viene obiettato che la protesta virile coincide con la rimozione, allora egli [dice che] proprio oggi si è sforzato di mostrare che la rimozione è soltanto un piccolo dettaglio nel funzionamento della protesta virile.
Al fine di contribuire all’ulteriore chiarimento della questione, il relatore pianifica di illustrare un’analisi di Freud dal proprio punto di vista e di mostrare le differenze [16].
Per quanto riguarda lo scoppio della nevrosi, [la nevrosi] è un mezzo della protesta virile e le due affermazioni sottolineate da Freud come [148] contraddittorie, non mostrano in realtà la minima differenza di concezione. L’una è la vista dello stato di quiete, l’altra dell’ingranaggio psichico.
All’importanza della protesta virile egli non può associarsi; forse viene qui addotto solo un sintomo della nevrosi come forza trainante.
In un punto egli vorrebbe contraddire direttamente Freud. Nel sogno non è la coscienza dell’Io a voler dormire, piuttosto l’inconscio pretende il dominio.
Ad 2) questa enfasi sul carattere nevrotico in questo tipo di nevrotici ammette ancora una possibilità. Lo svilup[149]po dell’Io verso questo lato del voler valere avviene forse perché manca il ridimensionamento tramite i contributi libidici, che sono stati disturbati nello sviluppo. Se allora ci si chiede cosa debba qui essere posto in primo piano come primario, non si può essere in dubbio sul fattore secondario in questa alterazione del carattere.
Bibliografia
Nunberg H., Federn E. (herausgegeben von) (1974), Protokolle der Wiener Psychoanalytischen Vereinigung. Band III 1911-1912, Fischer Verlag, Frankfurt a. M., 1974.
[1] [NdT] Da: Nunberg H., Federn E. (herausgegeben
von), Protokolle der Wiener Psychoanalytischen Vereinigung. Band III 1911-1912, Fischer Verlag, Frankfurt a. M., 1974, 139-49. Tutte
le parentesi quadre sono mie, fatte salve quelle dei curatori tedeschi,
segnalate come tali in nota. Le note dei curatori tedeschi sono introdotte
dalla sigla NdC; le mie dalla sigla NdT.
[2] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[3] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[4] [NdC] Nel “rapporto
della seduta” di Rank nello Zentralblatt, vol. 1, 1911, p. 371, la
conferenza reca il titolo “Der männliche Protest, seine Rolle und Bedeutung in
der Neurose [La protesta virile, il suo ruolo e significato nella nevrosi]”. Il
lavoro apparve nel 1914 in Heilen und Bilden (altrove citato [si veda supra,
n. 15]), con il titolo “Zur Kritik der Freudschen Sexualtheorie des
Seelenlebens. II. ‘Verdrängung’ und ‘männlicher Protest’; ihre Rolle und Bedeutung für die neurotische Dynamik [Per la critica
della teoria sessuale freudiana della vita psichica. II. ‘Rimozione’ e
‘protesta virile’; loro ruolo e significato per la dinamica nevrotica]” ;
ristampato nella collana Fischer Taschenbuch, pp. 102-13.
[5] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[6] [NdC] Il lavoro di
Alexander Jasny (San Pietroburgo), “Zur Psychologie der Verbrecherin [Sulla
psicologia della criminale]” apparve in Archiv für Kriminal-Anthropologie
und Kriminalistik, vol. 42, 1911, 90-107.
[NdT] L’autore affronta il tema
della svalutazione della donna già in apertura di lavoro. Adler viene
espressamente citato in nota a p. 93.
[7] [NdC] Adler
potrebbe qui aver inteso la “formazione di una serie [Reihenbildung]”. Si vedano
i saggi di Freud, Su un tipo particolare di scelta oggettuale dell’uomo
(Freud, 1910a, in partic. 412-5), così come Sulla più comune degradazione
della vita amorosa (Freud, 1912a, 421). L’espressione “Liebesreihe” non si
trova negli scritti di Freud, per contro egli impiega “Sexualreihe [serie
sessuale]” in Tre saggi sulla teoria sessuale (Freud, 1905a, 451).
[8] [NdC] Ludwig
Ganghofer, 1855-1920, il romanziere bavarese.
[9] [NdC] Freud S., Un
ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci.
[10] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[11] [NdC] Si veda il
verbale 125, pp. 9 e segg.
[12] [NdC] “Die
Theorien der Organminderwertigkeit und der Bisexualität in ihren Beziehungen
zur Neurosenlehre [Le teorie dell’inferiorità d’organo e della bisessualità
nelle loro relazioni con la teoria delle nevrosi]”, Jahrbuch, vol. 2,
1910, pp. 398-408.
[13] [NdC] “psicologici”
è evidentemente un lapsus calami di Rank; dovrebbe naturalmente essere
“fisiologici”.
[14] [NdC] Uno dei
punti in cui Rank si esprime in maniera ingarbugliata. Dovrebbe significare:
“[I suoi personali risultati personali vanno solo] a mostrare oltre il
sessuale, che si vede, relazioni molto più importanti, come la protesta virile,
che simulano soltanto il sessuale”. È indicativo che in questo verbale Adler
non riesca a esporre in modo chiaro e univoco la sua obiezione decisiva verso
la psicoanalisi e che lo ammetta egli stesso.
[15] [NdC] Le
virgolette sono aggiunte con una matita sottile nell’originale.
[16] [NdC] Questo
progetto di Adler divenne impossibile, nella forma qui prevista, a causa della
sua di poco successiva separazione dalla Società psicoanalitica. Il lavoro, che
divenne fondamentale per la psicologia individuale di Adler, apparve nel 1912
presso [l’editore] Bergmann di Wiesbaden: Il temperamento nervoso. Principi
di psicologia individuale comparata e applicazioni alla psicoterapia
(ripubblicato in tedesco nel 1972 da Fischer). Questo libro ben adempiva
l’intenzione qui espressa.
[17] [NdT] “sono
ingiustificati”: plurale (“seien unberichtig”) al posto del singolare atteso
(“sei unberichtigt”) in DE.
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