Verbali della Società psicoanalitica di Vienna. Parte IV
Michele M. Lualdi
Formato PDF (versione critica delle parti I-IV)[164] Serata di conferenza: 22 febbraio 1911 [1]
Presenti: Adler,
Federn, Freud, Friedjung, Furtmüller, Hilferding, Hitschmann, Jekels, Rank,
Reitler, Steiner, Stekel, Tausk, Grüner F., Klemperer, Sachs, Wagner,
Rosenstein, Dattner.
Dr. Müller da Basilea [2], Dr.
Frischauf come ospite.
[132°] [3] Verbale
[Questioni societarie] [4]
Il signor Bernhard Dattner, laureatosi dottore in legge, attualmente studente di medicina, viene accolto nella società con 14 voti.
[Conclusione
[5]
della] [6]
discussione su Adler:
La
protesta virile,
suo ruolo
e significato nella nevrosi.
TAUSK, dopo le
dichiarazioni di Rosenstein non trova più molto materiale per un trattamento
critico. Così come, per la pulsione aggressiva, si deve chiedere chi aggredisca,
si deve porre, per la protesta virile, la domanda assolutamente non filosofica,
chi protesta? Evidentemente qualcuno che viene oppresso e questo [qualcuno] può
certo essere soltanto una pulsione. In ciò non si riesce però a scorgere il
significato fondamentale per la nevrosi, poiché questa pulsione, che Adler
trova nell’ostinazione del bambino, non può essere ignota [165] alla coscienza
al punto che ne debba seguire la formazione della nevrosi. La pulsione
veramente oppressa e protestante può essere solo la libido, poiché per le altre
pulsioni si tratta di un semplice conflitto con il mondo esterno. Con la
libido, per contro, l’oggetto è inconscio, sia esso ora la propria persona o i
parenti del bambino (tendenza incestuosa), come anche persone estranee; infatti
la pulsione sessuale viene costretta a divenire inconscia poiché il suo oggetto
è sempre un altro rispetto a quello che vuole. E contro ciò protesta la
pulsione sessuale. Perché quindi si debba ancora dire maschile e femminile,
resta inspiegabile. Qui troviamo ora la risposa alla domanda sollevata: il
soggetto è la libido; protesta perché o le si toglie l’oggetto, o gliene si dà
un altro. Non c’è necessità di qualificare questa libido come maschile e
femminile.
Un’altra domanda è
fin dove abbia ragione Adler [nell’affermare] che queste valutazioni sono state
inserite negli atteggiamenti culturali e contribuiscono alla nevrosi. Se anche
si deve negare la protesta quale punto centrale della nevrosi, si può comunque
ammettere che nell’elaborazione di questo atteggiamento di protesta possano
trovarsi maschile e femminile. Anzi, non ci sono forse casi in cui ciò non
succede. Certo, sappiamo che lo scoppio della nevrosi è collegato al fatto che la
distinzione dei sessi diviene conscia alla persona e al fatto che questa non
può tenere l’atteggiamento che di conseguenza si pretende. Ma questa capacità è
quel territorio in cui la nevrosi trova il suo motivo. Il motore della nevrosi
abbisogna solo di essere un’energia inibita che non trova la sua strada. Che il
voler-avere-libido debba essere sempre maschile, non è da biasimare; gli altri
fattori però rientrano nell’atteggiamento conscio dei sessi, è il materiale di
cui si serve la libido inibita. Il nevrotico si presenta come una persona che non
dispone della propria libido, che non è all’altezza dei compiti che la comune
sessualità gli pone. Se, ora, egli vede che gli uomini sono più liberi delle
donne e aggressivi, cosa che egli stesso non può [essere], allora gli vien
facile esprimere la sua situazione con le parole: voglio essere un uomo. Questo
è solo uno stadio di sviluppo tanto tardivo che lo si deve collocare negli
strati più superficiali della nevrosi.
ADLER trova che
l’oratore abbia cercato di costruirsi uno sviluppo della vita pulsionale
infantile, negando i suoi (di Adler) risultati, trovati psicoanaliticamente e
contrapponendo la sua propria concezione. – Alla domanda: chi protesta, si deve
ri[166]spondere che protesta il bambino non appena è divenuto insicuro ed è
esposto alle paure. Se Tausk vuole collocare maschile e femminile nel periodo dello
scoppio della nevrosi, allora si deve rispondere che questo scoppio avviene
spesso molto presto. D’altro lato non è chiaro dove inizi per Tausk la
rimozione, poiché secondo le sue dichiarazioni il desiderio della donna di
essere un uomo è solitamente conscio, mentre secondo i risultati di Adler le
interessate non ne sanno nulla.
ROSENSTEIN fa riferimento ad alcune dichiarazioni di Furtmüller che tenta di confutare criticamente. Se Furtmüller ha affermato che Adler lascia alla sessualità i suoi diritti e assume la protesta virile solo quale direzionatrice delle forze sessuali, allora si deve rispondere che Adler non ascrive più alla sessualità in sé alcuna forza, quantomeno in termini di effetti patogeni. – Per quanto riguarda la questione delle valutazioni sbagliate, si può valutare tutto nella vita, in fondo, come maschile o femminile; si tratta però [della questione] se ciò, in ogni azione, in ogni situazione, venga pensato in collaborazione con la coscienza o con l’inconscio, anzi, del fatto che venga compiuto solo perché questo pensiero di maschile e femminile è armonico.
FURTMÜLLER ritiene di avere compreso perfettamente Adler [e] che egli non nega alcuna esistenza in sé alla sessualità.
KLEMPERER non trova alcuna contraddizione tra le concezioni adleriane e la teoria freudiana, senza [per questo] dover ammettere che le opinioni adleriane sarebbero solo nuove denominazioni di concetti freudiani. Secondo Adler, il paziente rimuove, per sfuggire al pericolo di essere sotto, tutti i suoi moti libidici. La forza rimovente è, secondo Freud, la pressione della civiltà. Per Adler è altrimenti; il timore di essere sotto non avrebbe probabilmente mai la forza di reprimere una pulsione naturale come la sessualità. Secondo Adler, però, questi moti pulsionali non sono naturali, ma sono stati creati solo da questo timore. – Con la protesta virile, per gli allievi di Freud è naturalmente già posto il concetto di rimozione. La protesta virile però non richiede la rimozione. Similmente stanno le cose con la concezione della tenenza alla sicurezza come fuga nella malattia, considerato che la nevrosi non è il solo caso in cui questa sicurezza si oppone a noi. È indubbio che la rimozione in Freud ha una tendenza alla sicurezza, ma per Adler la tendenza alla sicurezza inizia già nella compensazione del sistema nervoso; solo con l’organo inferiore è [167] stabilita la tendenza alla sicurezza [7]. Siamo sempre più spinti a concepire la malattia come sintomo di un organo inferiore e la persona nevroticamente predisposta è già un nevrotico vero e proprio. In questo senso dobbiamo essere grati ad Adler per avere creato per la ricerca sulla nevrosi uno spazio nella patologia generale.
Il prof. FREUD deve
rievocare nuovamente il residuo della scorsa discussione sulla conferenza di
Adler, per [poter]si dirigere contro tre affermazioni di Adler.
1° Contro
un’affermazione che mirava a determinare un’assurdità in maniera artificiosa.
Adler ha menzionato che la teoria della rimozione afferma che la rimozione
viene dalla civiltà e la civiltà a sua volta viene dalla rimozione. Ora, questo
non è un gioco di parole, ma appunto l’obiezione, e se le frasi, così com’erano
originariamente, vengono anche spiegate, non vi si trova alcuna assurdità. La rimozione
avviene nel singolo ed è pretesa dalla civiltà. Cos’è, ora, la civiltà? È un precipitato
del lavoro di rimozione di tutte le generazioni precedenti. Dal singolo si
pretende che realizzi tutte le rimozioni che sono già state realizzate prima di
lui. – [2°] [8] Proprio
qualcuno che tiene così tanto al fatto che le sue parole non vengano modificate
e rinfaccia agli altri il mungere parole, dovrebbe più di tutto guardarsi dal
cadere egli stesso in questo errore. In ciò, questo rimprovero nei confronti
delle dichiarazioni oggettive e misurate di Rosenstein, che pure avevano il
diritto di riallacciarsi al testo, non era per nulla lecito. Ma queste
dichiarazioni hanno evidentemente colpito il punto più dolente di Adler, la
spiegazione del sogno. Rosenstein ha perfettamente ragione sul fatto che la
formazione del sogno resta completamente incompresa [se vista] dal punto di
vista di Adler.
Un terzo punto [si]
mostra di grande sensibilità. Adler ha invitato a tralasciare gli apprezzamenti
supplementari che molti oratori hanno fatto seguire alla loro critica e con ciò
ha fatto loro torto, poiché non ha alcun diritto di supporre che questo
apprezzamento fosse falso. Il prof. Freud ritiene le teorie adleriane sbagliate
e pericolose per lo sviluppo della psicoanalisi. Ma sono errori scientifici,
che sono determinati dalla metodica sbagliata (dal coinvolgere punti di vista
sociali e biologici); e sono errori che fanno sommo onore al loro [168] autore.
E, nonostante il rifiuto del contenuto delle opinioni adleriane, si può
comunque riconoscere la loro consequenzialità e il loro significato.
STEKEL trova non
scientifica la motivazione sempre addotta che tutto si trova già in Freud. Egli
stesso si è anzitutto familiarizzato progressivamente con le opinioni adleriane
e ha trovato che non si tratta assolutamente di astrazioni o errori, ma di
grandi progressi nella teoria della nevrosi, che non possiamo ancora
comprendere completamente. Chi non lavora sul piano pratico e non verifica direttamente,
grazie a ciò, il proprio materiale, non è in grado di pronunciare un giudizio
in merito. Dopo Freud, dobbiamo ad Adler i più importanti chiarimenti sulla
dinamica del sogno; l’ermafroditismo psichico si trova effettivamente in ogni
sogno, così come si può dimostrare in ogni sogno anche la protesta virile. Se
solo poniamo, al posto della protesta virile, la sete di potere, troviamo in
ogni sogno la tendenza del nevrotico a voler dominare, a voler essere sopra. –
La protesta virile del nevrotico si trova anche nella clausola di morte, che si
può dimostrare in una qualsivoglia forma in ogni sogno; con l’aiuto della morte
il nevrotico vuole trionfare sui suoi rivali.
L’oratore riferisce
ora di due casi pratici che dimostrano quale eminente significato abbiano le
tendenze alla sicurezza nella dinamica delle nevrosi.
Le concezioni di
Adler sono un approfondimento e un sostegno per i dati di fatto finora da noi
trovati, [approfondimento e sostegno] che non sono per nulla in contrasto con
essi. Sono semplicemente costruite, come prosecuzione, sulle fondamenta
freudiane. Il progresso veramente grande di Adler poggia sul terreno
psicologico e mostra come il carattere del nevrotico debba svilupparsi da certi
atteggiamenti.
Il prof. FREUD si
vede spinto, nei confronti di Stekel, a entrare in una critica specifica,
poiché Stekel ha preso le difese di Adler da un punto di vista sbagliato. Che
queste cose si trovino, non l’ha contestato nessuno; ma non sono lì dove Adler
le pone. Adler vede le cose dal punto di visa dell’Io e le descrive e spiega così
come fa l’Io. Abbiamo, per questo tipo di considerazioni, il termine
“razionalizzazione”: l’Io considera tutto [come] un proprio agire conscio e non
vede le motivazioni inconsce. Parimenti è in Adler e per questo egli deve
spesso prendere fatti secondari per primari. – Se Stekel afferma che non trova
alcuna contraddizione tra le opinioni [di Adler] [9]
e la teoria freudiana, allora [169] deve proprio essere richiamata l’attenzione
sul fatto che due degli interessati trovano comunque questa contraddizione:
ossia Adler e Freud.
La comprensione del
sogno è partita dalla comprensione dei sogni dei bambini piccioli e Stekel viene
invitato a mostrare in tali sogni il motivo della morte e la bisessualità. – Se
pone la sete di potere al posto della protesta virile, allora naturalmente non
esiste alcuna contraddizione. Il voler-essere-superiore non deve essere legato
a un significato sessale. Egli si dichiara pronto a portare la prova, con una
storia clinica, che le cose mostrate da Adler esistono davvero, [e] come però
ciò sia determinato [solo] secondariamente da disturbi [primari] [10]
della libido.
ADLER rimanda al
fatto che nelle sue interpretazioni dei sogni ha sempre preso in considerazione
la situazione psichica del sognatore. I suoi risultati non sono però visibili
in tutti i sogni né si lasciano cogliere tanto facilmente. Ci si chiede perché
il maschio sogni sempre di sete di potere; com’è che questa lo occupa sempre,
che è il suo motore trainante e che gli impedisce l’inserimento [nella vita
sociale]?
I suoi lavori sono
stati intesi da Freud e alcuni colleghi come provocazione. Non sarebbero
tuttavia stati possibili se Freud non fosse stato il suo maestro. La sua
situazione scientifica e personale, lui la vede in un certo qual modo
minacciata e non teme di trarre da ciò le necessarie conseguenze per porre
freno a una tale prosecuzione delle cose nell’interesse del movimento
psicoanalitico.
L’oratore si
approssima ora alle critiche specifiche di Freud. Non è possibile concepire la
civiltà come rimozione delle precedenti generazioni. Infatti, come si spiega il
lavoro di rimozione di un bambino che inizia a lottare contro la
masturbazione[?]
Per quanto riguarda
la bisessualità, è con essa dato l’elemento innato di due moti sessuali,
un’ipotesi che l’espressione “ermafroditismo psichico” evita. Questo
ermafroditismo, con la conseguente protesta, si può trovare in tutti i sogni;
lo si deve solo saper rintracciare, si deve sapere che un uomo con due ragazze
o una ragazza con due uomini (dunque il tipo del Don Giovanni e della Messalina
[11])
sono espressioni della protesta virile. – Così, a mo’ di esempio, si trova in
Heine, accanto al tipo della Lorelei, della donna che si trova [170] sopra,
anche la tendenza a svalutare la donna e timori di venir mandati in rovina
dalla donna, moti cui corrisponde una protesta virile sentimentale, una
tensione verso l’alto (per es. nella poesia del povero Pietro [12]).
Ognuno di questi svalutatori della donna affianca però a ciò un ideale di donna,
[ideale] che pone pur sempre più in alto e [donne] con cui non si
congiungerebbe mai sessualmente. – Tutto questo si trova però non nel singolo
sogno, ma solo nella continuità di una più lunga serie e se si tien conto della
situazione psichica del sognatore.
FEDERN: Nella questione della relazione della rimozione con la civiltà, Adler ha torto a supporre che la rimozione (per es. della masturbazione) sia una conseguenza della civiltà. – Il protrarsi dello sviluppo sessuale del bambino, condizionato dai progressi della civiltà, conferma la relazione scoperta da Freud; e tanto più vecchia diviene l’umanità, tanto più a lungo deve lottare il singolo [per giungere] fino al proprio sviluppo sessuale completo. – Quanto al resto, considera i lavori di Adler straordinariamente validi. Soltanto, si è reso colpevole di un paio di errori di ragionamento, tramite i quali gli riesce di sfruttare a proprio vantaggio tutto il materiale psicoanalitico. La pulsione aggressiva è un’osservazione importante e di valore. Ogni individuo ha la pulsione innata ad affermarsi e opporsi. Sembra inoltre certo plausibile che, laddove la soddisfazione sia lontana, possa rimanere un durevole stato di eccitazione. Ma noi vediamo in natura che proprio l’animale più mite diviene selvaggio non appena sopraggiunge la sessualità. È proprio l’inverso di quello che Adler sostiene: la libido insoddisfatta eccita. Perimenti stanno le cose quanto all’affermazione che la libido del nevrotico è arrangiata, cosa che certo è giustissima; solo che là dietro, la libido originaria è rimossa e convertita in nevrosi. Questo è il grande errore di ragionamento di Adler, che egli dietro tutto ciò non vede i desideri libidici, come certo anche [non vede che] la stessa protesta virile corrisponde a un desiderio; Adler pone semplicemente per ogni desiderio il maschile e per ogni rinuncia il femminile. [171] Sarebbe consigliabile e soltanto utile per le valide opinioni di Adler se egli fosse un poco più scettico verso i propri risultati e cercasse dietro a essi infine l’elemento libidico rimosso.
STEINER ha notato marcati affetti nella discussione, che richiedono una spiegazione psicologica. Originano evidentemente dal fatto che queste cose hanno toccato i nostri più segreti complessi. L’impresa di Adler egli la ritiene sbagliata e pericolosa. Per questo anche i seguaci di Adler hanno condotto la loro causa vistosamente male; ma anche a Freud non è da risparmiare il rimprovero di aver tenuto in serbo troppo a lungo il suo affetto. Fin dal valido studio sull’inferiorità degli organi [13], Adler si è allontanato sempre più dalla teoria; e il suo distacco simil-protocristiano dalla sessualità, oggi che tentiamo, in una sorta di Rinascimento, di riallacciarci nuovamente alla gioia dei sensi degli antichi, fa un effetto addirittura anacronistico. La sua unità della nevrosi non ha fatto nient’altro che tentare di annientare nuovamente la classica suddivisione di cui siamo debitori a Freud. Inoltre ha tentato di avvicinare nuovamente noi, che siamo riuniti per esplorare i destini della libido, alla psicologia di superficie, in grado tale che dovremmo ribattezzare la nostra associazione, nei cui programmi e nel cui quadro le idee adleriane non vanno assolutamente bene. Se qui si è parlato di un giuramento antimodernista, allora anch’egli è pronto a giurare in tal senso.
ADLER afferma, nella
sua osservazione conclusiva, anzitutto di potersi semplicemente scrollar di
dosso le obiezioni di Steiner, ma non senza osservare che, al posto di Steiner,
egli non avrebbe trovato il coraggio per un simile discorso. Per quanto
riguarda l’unità delle nevrosi, ha a suo tempo affermato che nel nevrastenico,
che secondo Freud si ammala per un abuso, può essere scoperta dietro questo una
motivazione; più precisamente, il suo onanismo serve solo alla tendenza alla
sicurezza. Lo stesso vale per la nevrosi d’angoscia. Si tratta qui di persone
che sotto ogni aspetto hanno escogitato tendenze alla sicurezza tra le quali domina
l’angoscia. Ha con ciò tentato di far valere una concezione psicologica dietro
una biologica.
A Federn si deve
rispondere che naturalmente anche il nevrotico viene spinto dalle proprie
pulsioni; si tratta solo dell’uso che ne [172] fa. Lo stesso vale per l’erotismo
anale arrangiato, in cui egli ha ben richiamato l’attenzione sul fatto che si
tratta di un punto sensibile; ma a che scopo [il nevrotico] lo impiega [?]. –
[Quanto al fatto] che ogni desiderio è maschile: ciò che il nevrotico desidera,
non sono desideri nel suo [del nevrotico] senso, ma egli desidera solo in
direzione della protesta virile. Ed è inferiore tutto quello che il nevrotico
vuole proprio intendere come inferiore.
Nei meccanismi
freudiani c’è un punto che egli ha potuto spesso confermare: lo spostamento dal
basso verso l’alto. Ma sempre ha trovato che questa tendenza è emotiva e che
nella vita del paziente si esprime allo stesso modo della protesta virile.
[Questioni societarie] [14]
Nella successiva seduta del comitato, ADLER si dimette dal proprio incarico di presidente dell’associazione a causa dell’incompatibilità tra la sua posizione scientifica e la sua posizione nel circolo e STEKEL si dichiara in ciò a lui solidale, rinunciando parimenti al proprio posto di vice-presidente.
Bibliografia
Nunberg H., Federn E. (herausgegeben von) (1974), Protokolle der Wiener
Psychoanalytischen Vereinigung. Band III
1911-1912, Fischer Verlag, Frankfurt a. M., 1974.
[1] [NdT] Da: Nunberg H., Federn E. (herausgegeben von), Protokolle der
Wiener Psychoanalytischen Vereinigung. Band III 1911-1912, Fischer Verlag,
Frankfurt a. M., 1974, 164-72. Tutte le parentesi quadre sono mie, fatte salve
quelle dei curatori tedeschi, segnalate come tali in nota. Le note dei curatori
tedeschi sono introdotte dalla sigla NdC; le mie dalla sigla NdT.
[2] [NdC] Dr. Achilles
Müller, 1877-1964, che più tardi divenne un importante chirurgo e urologo di
Basilea, era stato raccomandato per lettera da Jung (si veda Freud S. (1974), Lettere
tra Freud e Jung, 1906-1913, Bollati Boringhieri, Torino, 1974, p. 418).
[3] [NdC] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[4] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[5] [NdC] Nel taccuino
delle presenze c’è ancora la titolazione “prosecuzione della discussione”.
All’inizio della serata non se ne poteva ovviamente prevedere la drammatica
fine.
[6] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[7] [NdC] Klemperer si
riferisce qui all’ipotesi fondamentale di Adler che un’inferiorità d’organo venga
compensata psichicamente, secondo la concezione di allora, dunque, del sistema
nervoso centrale. Oggi tutto questo problema rientra nell’ambito della
psicosomatica, cui Adler ha contribuito con impulsi decisivi.
[8] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[9] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[10] [NdT] Qui, come
nel caso delle parentesi quadre immediatamente precedenti, si tratta di
aggiunte dei curatori tedeschi.
[11] [NdC] Messalina,
la terza moglie dell’imperatore romano Claudio, è diventata l’incarnazione
della donna di piacere omicida. Fu giustiziata nel 48 d. C.
[12] [NdC] Il contenuto della poesia di Heine Der arme Peter [Il povero Pietro] è, in breve, il seguente: Peter ama Grete, ma non può dichiararle il suo amore. Quando Grete si fidanza con Hans, Peter muore per le pene d’amore. L’ultima strofa è divenuta una nota citazione:
“Ha perso il suo
tesoro,
Per questo la tomba
è il miglior luogo
Dove egli al meglio
vuol giacere
E dormire fino
all’ultimo giorno."
(Poesia del ciclo “Romanzen”, Buch
der Lieder).
[13] [NdC] A. Adler, Studie über Minderwertigkeit von Organen [Studio
sull’inferiorità degli organi].
[14] [NdC] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
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