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Stekel e i cucchiaini da caffè

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Wilhelm Stekel (1868-1940) (fonte: mysticbooks ) Michele M. Lualdi Nella storia della psicoanalisi la figura del pioniere Wilhelm Stekel è tra quelle meno note e più discreditate. Me ne occupai, sul piano prevalentemente biografico, in due occasioni, nel 2014 e nel 2015, Entrambe le volte riferii un episodio emblematico della sua condotta personale (Lualdi, 2014, 28; Lualdi, 2015, 44), così riportato da Jones nella sua biografia di Freud:   “ Le difficoltà che Freud incontrò nei rapporti con lui non riguardavano il campo scientifico, nel quale Stekel, se non proprio una teoria, aveva però molte idee personali, bensì la condotta privata che, come ebbe a dire Freud, non si prestava ad essere messa per iscritto. Wittels, invece, fu più esplicito: ‘Immagini il lettore che, a una delle riunioni del mercoledì, egli fu sorpreso nell'atto di mettersi in tasca i cucchiai.’ ” (Jones, 1955a, 175). Jones cita come fonte la biografia di Freud scritta da Fritz Wittels nel 1923 e pubblicata