Il coraggio delle proprie idee: "Tentativo di una teoria genitale" di Sándor Ferenczi

 

René Mgritte, Il figlio dell'uomo (1964) (fonte: wikimedia)

Michele M. Lualdi


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Il noto saggio di Ferenczi, Tentativo di una teoria genitale, meglio conosciuto come Thalassa, fece la sua prima comparsa sulla scena psicoanalitica non nel 1924, come volume pubblicato dalla casa editrice psicoanalitica internazionale, ma molto più in sordina, per tutta una serie di fattori. Anzitutto, Ferenczi era molto restio a organizzare e rendere pubbliche le sue riflessioni e quando infine si decise a presentarle ufficialmente, l’attenzione era concentrava su altro: era il 1922, al congresso di Berlino, e Freud aveva risvegliato l’interesse di tutti (in particolare di Groddeck; Lualdi, 2022) annunciando l’imminente uscita de L’Io e l’Es. Più tardi, il resoconto storico di Jones contribuì a lasciare nell’ombra quello storico momento in cui, dopo quasi dieci anni di titubanze, Ferenczi presentava le sue ricerche al pubblico dei colleghi. Il biografo di Freud ricorda dapprima, in poche righe:

“Tra le molte altre comunicazioni si rivelarono in seguito d’una certa portata quelle di Franz Alexander, di Abraham, Ferenczi, Istvan Hollós, Karen Horney, Melanie Klein, Hermann Nunberg, Pfeiffer, Rado, Róheim e la mia. Quella di Abraham sulla melancolia e quella di Ferenczi sulla teoria genitale erano di prim’ordine” (Jones, 1957, 111-2)

Quindi in nota (Jones, 1957, 145 n. 54) rinvia il lettore non alla conferenza del 1922, ma direttamente alla prima edizione inglese del volume definitivo di Ferenczi, uscita nel 1938 (!) con la rivista The Psychoanalytic Quarterly con il titolo Thalassa: A theoryof Genitality
Il testo della conferenza ha così finito per essere sostanzialmente dimenticato, tant’è che non compare nell’edizione italiana delle opere di Ferenczi (Raffaello Cortina). Ritengo invece sia interessante sotto due punti di vista: anzitutto raffrontarla con il più ricco testo del successivo volume consente di cogliere a quali argomenti Ferenczi diede la priorità (o quantomeno quali argomenti avesse già approntato al momento del congresso). Inoltre, in quanto momento cruciale in cui Ferenczi passò dal silenzio alla comunicazione, solleva la questione del “perché” decise di farlo proprio allora: quest’ultimo è l’aspetto su cui vorrei soffermarmi.

L’uscita dal silenzio

Nell’importante lettera del giorno di Natale del 1921 a Groddeck, Ferenczi scrive:

… la mia inibizione al lavoro. (Associazioni in merito: non devi superare il padre.). Nell’a. 1915/16, allorquando mi trovavo di guarnigione in una piccola città ungherese (per oltre 1 anno e tre mesi), ero privo di occupazioni, sviluppai una grande e ‘grandiosa’ teoria dello sviluppo genitale quale reazione degli animali al pericolo di prosciugamento [dei mari] durante l’adattamento alla vita sulla terra. Mai riuscii a decidermi a mettere sulla carta questo valido lavoro – finora il più significativo. I relativi appunti giacciono nel più gran disordine nella mia scrivania. A voce illustro la teoria ben volentieri e spesso… Quando però voglio scrivere, mi viene mal di schiena…

Anche a Freud ebbi occasione di parlarne. Il coraggio di metterl[a] per iscritto non lo trovavo mai. Mi facevo sempre, sempre sedurre dallo scrivere delle piccole improvvisazioni… perché non ci si dimenticasse completamente di me” (Ferenczi, Groddeck, 2006, 55-6).

Due mesi dopo, l’inibizione non è stata ancora superata:

Il grosso lavoro sulla storia evolutiva, però, non l’ho ancora iniziato” (lettera di Ferenczi a Groddeck del 27 febbraio 1922; Ferenczi, Groddeck, 2006, 63).

Il confronto con Groddeck, a tratti una vera e propria analisi, ebbe senz’altro un ruolo importante nell’aiutare Ferenczi da un lato a riconoscere espressamente il valore del proprio lavoro, dall’altro a mettere a fuoco i motivi della sua inibizione a pubblicarlo: “non devi superare il padre”. Potremmo dire che era come se Ferenczi avesse paura di “evolvere”, come se non volesse rassegnarsi allo stesso destino evolutivo che aveva costretto gli animali, con il pericolo del prosciugamento dei mari, a sviluppare non solo gli organi genitali, ma anche delle zampe sulle quali reggersi e muoversi in autonomia.
Dovette però probabilmente intervenire un secondo tipo di sollecitazione, che possiamo solo ipotizzare in base a materiale contemporaneo e successivo al congresso, una sorta di incentivo che gli rese chiaro che presentare la sua teoria genitale poteva significare non tanto allontanarsi da Freud, quanto conservare il rapporto con lui.
Nell’estate del 1922 Ferenczi stava lavorando a stretto contatto con Rank per la stesura del loro lavoro a quattro mani, Traiettorie di sviluppo della psicoanalisi (Ferenczi, Rank, 1923) e nel frattempo Rank sviluppava le idee che avrebbe poi elaborato nel suo innovativo Trauma della nascita (Rank, 1924). Sappiamo che Rank parlò a Freud delle sue idee proprio durante il congresso di Berlino ed è dunque possibile che già nei mesi precedenti, proprio per via della stretta collaborazione, si fosse confrontato con Ferenczi in proposito. Il 25 luglio 1923 Ferenczi scriveva a Freud dell’intenzione di pubblicare il suo Thalassa prima o almeno in contemporanea con Il trauma della nascita per non dare l’impressione che il proprio lavoro fosse dipeso da quello dell’amico viennese, sul quale invece aveva una netta priorità cronologica (Freud, Ferenczi, 2003, 170). Infine, uno dei punti forti de Il trauma della nascita era quello di dare un fondamento biologico al complesso edipico (Lualdi, 2016, 67-8, 145-6): un elemento certo gradito e allentante per Freud e non a caso, si vedrà, ben sottolineato da Ferenczi nella sua conferenza del 1922. 
Si può dunque supporre che, da un lato il confronto con Groddeck sostenne gli slanci di Ferenczi all’autonomia (superare il padre), mentre dall’altro tutta una serie di fattori legati alla rivalità con Rank per l’amore e il riconoscimento di Freud convinse Ferenczi che Thalassa avrebbe consolidato e non rovinato il rapporto con il “padre”. 
Comunque siano andare le cose, lunedì 25 settembre 1925, Ferenczi lesse la sua conferenza al congresso di Berlino, e non semplicemente come una tra tante di valore, come racconta Jones, bensì quale intervento di apertura del lavori del congresso (Freud, Ferenczi, 2003 144 n. 1). 
Di seguito, il testo con cui Ferenczi trovò il coraggio di rompere il lungo silenzio, a beneficio suo e di tutti noi.


Dr S.  F e r e n c z i, Budapest:  T e n t a t i  v o   d i    u n a   t e o r i a   g e n i t a l e [1]

[478] Osservazioni psicoanalitiche sull’impotenza genitale dell’uomo permettono un certa certa comprensione della funzione di accoppiamento, normalmente rafforzata. L’autore distingue, oltre alla forma “uretrale” del disturbo della funzione, isolata da  A b r a h a m  (Ejac. praecox), un’impotenza “anale” con tendenze prevalentemente ritardanti (ejac. retardata, aspermia). Questi due disturbi dell’innervazione (che sempre sono accompagnati da corrispondente sovrastruttura psichica) vengono però spesso alla luce anche contemporaneamente o alternativamente. Quest’ultima varietà in particolare ha condotto l’autore a ipotizzare che anche il processo di  n o r m a l e  eiaculazione sia da concepire come il processo finale di un preciso e perciò irriconoscibile ingranarsi di innervazioni uretrali (promuoventi la secrezione) e anali (inibenti la secrezione). Simili tendenze, alternativamente anali e uretrali, potrebbero però anche essere basate sull’avanti e indietro del processo di sfregamento [479] (immissione = uretrale, retrazione = anale). Le alterazioni patologiche dell’eiaculazione sarebbero dunque le conseguenze del disturbo di questo preciso ingranarsi per via di un massiccio, per così dire atassico [2] intervento dell’innervazione inibente o favorente. Analogia con la balbuzie vocalica e consonantica e descrizione dell’impotenza come “balbuzie genitale”. Idoneità del pene alla conciliazione di attività pulsionali anali e uretrali come conseguenza dell’origine di questo organo dalla cloaca uretro-anale. L’autore chiama  a n f i m i s s i  una tale unione di autoerotismi uretrale e anale e suppone che il costituirsi della genitalità da erotismi originariamente separati, preteso dalla teoria sessuale freudiana, sia da ricondurre a tali processi anfimittici. Questa anfimissi tra erotismo uretrale e anale sembra realizzarsi già prima del primato della zona genitale. L’orientamento pulsionale, dapprincipio prevalentemente ritardante, della funzione intestinale e quello prevalentemente eiaculante della vescica, si equilibrano nel corso dello “sviluppo culturale” del bambino, avendo luogo un parziale scambio dei meccanismi di innervazione tra vescica e intestino. (Trasferimento della qualità anale alla vescica e della qualità uretrale all’intestino.) Possibilità metapsicologica e fisiologica di tale “trasferimento di qualità”. (Contrariamente al trasferimento di quantità, finora considerato come l’unico, nel meccanismo psicofisiologico.). Lo sviluppo della zona genitale del primate trova dunque una già pronta anfimissi uretro-anale. Altri esempi di fusione anfimittica di erotismi (“sommatoria di piaceri”): il combinarsi di [erotismi] orali, nasali, anali, di erotismi cutanei, voyeurismo, sadismo, masochismo, ecc. l’uno con l’altro. Osservazioni di bambini. Esempi di “trasferimento di qualità erotiche” (trasferimento dell’erotismo clitorideo alla vagina, della capacità erettile ai muscoli del naso e ai capezzoli ecc.) L’anfimissi probabilmente è anche il modello fisiologico del fatto psichico delle diverse  s i n e s t e s i e. Descrizione dell’intero atto genitale come processo anfimittico. Breve ripetizione della sequenza dello sviluppo sessuale in ogni singolo atto di accoppiamento. Il genitale come serbatoio collettivo di tutti gli autoerotismi sgrava il resto dell’organismo dalla libido e lo rende più adatto a prestazioni utili (onto- e filogeneticamente, incremento della capacità di adattamento). Lo sviluppo di particolari organi per l’accoppiamento negli animali superiori [è] forse un prerequisito per livelli più elevati di intelligenza. “Processi di identificazione” durante l’accoppiamento: 1. attraverso la “creazione di ponti” (baci, abbracci, immissio penis [3]) i partner sessuali [4] si identificano (introiettano). 2) identificazione del pene con il corpo intero (l’“Io” intero) dell’uomo; 3. Identificazione del pene con l’eiaculato. Il risultato di questi processi è una regressione allucinatoria, simbolica e reale alla  s i t u a z i o n e   d e l   g r e m b o  m a t e r n o  (raggiunta  r e a l m e n t e  solo dalle cellule sessuali maschili). Accoppiamento [come] uno riuscito compromesso tra la tendenza dell’Io e questa tendenza regressiva; dal punto di vista dell’Io l’accoppiamento è solo liberazione da una sgradevole tensione e secrezione di prodotti corporali eccitanti; dal punto di vista della libido [è] regressione alla situazione intrauterina. Quest’ultima spiega  b i o l o g i c a m e n t e  la validità generale del  d e s i d e r i o   e d i p i c o. Relazione tra lo sviluppo della funzione di accoppiamento e l’ultima grande catastrofe geologica: il prosciugamento dei mari. Questa catastrofe si ripete autogeneticamente [5] a ogni nascita e l’accoppiamento la annulla allucinatoriamente, simbolicamente a in parte anche realmente.

Bibliografia

Ferenczi S., Groddeck G., Briefwechsel, Stroemfeld Verlag, Frankfurt a. M. und Basel, 2006.

Ferenczi S., Rank O. (2023), Traiettorie di sviluppo della psicoanalisi, Youcanprint, Tricase, 2016.

Freud S., Ferenczi S., Briefwechsel. Band III/1 1920-1924, Böhlau Verlag, Wien – Köln – Weimar, 2003.

Jones E. (1957), Vita e opere di Freud. Volume III L’ultima fase (1919-1939), Il Saggiatore, Milano, 1962.

Lualdi M. M., Sei capitoli in cerca d’autore. In Ferenczi S., Rank O. (2023), Traiettorie di sviluppo della psicoanalisi, Youcanprint, Tricase, 2016, 123-225.

Lualdi M. M., Georg Groddeck ParteII: La fuga nella filosofia (Berlino, 1922). Contributo online, 2022.

Rank O. (1924), Il trauma della nascita. Sua importanza per la psicoanalisi,

SugarCo Edizioni, Varese, 1990.



[1] Titolo originale: “Dr. S. Ferenczi, Budapest: Versuch einerGenitaltheorie”. In Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse, 1922 (VIII), n. 3, 478-9. I numeri in parentesi quadra indicano i numeri di pagina del testo originale. Mie anche le altre parentesi quadre nle testo e le note a piè pagina.

[2] “Ataktisches” nell’originale, da intendersi nel suo significato etimologico di “privo di ordine” (si veda anche il Meyers Großes Konversationslexikon, voce “Ataktisch”.

[3] In latino nell‘originale.

[4] “die sich Begattenden” nell’originale, lett: gli accoppiantisi.

[5] “autogenetisch” nell’originale. Forse un refuso per “ontogenetisch”? 


Commenti

  1. Grazie alla tua nuova, accurata ricerca possiamo comprendere l'importanza e della complementarietà delle rivoluzionarie proposte di Ferenczi e Rank, contemporaneamente. Speciale interesse mi sembra rivestire questa osservazione di Ferenczi: "Lo sviluppo di particolari organi per l’accoppiamento negli animali superiori [è] forse un prerequisito per livelli più elevati di intelligenza."

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    1. Francesco, grazie molte per il tuo spunto di riflessione, che coglie la proposta di un raccordo particolarmente interessante tra sessualità e intelligenza, dunque tra emozione e cognizione.

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