Un Feuilleton: persona e nome. (Il vincolo del nome)

 

Herbert Silberer (1882-1923) (fonte: wikipedia)

Traduzione e cura: Michele M. Lualdi

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Nell’articolo del 1913 qui tradotto, Silberer si propone di proseguire le indagini sul rapporto tra nomi (cognomi) e vite (in particolare le scelte professionali) dei loro portatori, avviate due anni prima da Wilhelm Stekel e da Karl Abraham. Poiché non parla di pazienti in terapia né di personaggi illustri ma di uomini e donne, per la maggior parte ignoti e tutti quanti tratti “dalla vita reale”, un’edizione critica del lavoro richiederebbe approfondite ricerche per identificare la fitta schiera di militari, scrittori, artigiani e professionisti che popola le poche pagine. Si tratterebbe di centinaia di note che mal si adatterebbero alla natura di un blog.
Per questo pubblico qui una traduzione snella, non critica. Al testo ho aggiunto solo poche note che mi sono parse indispensabili e la traduzione, tra parentesi quadra, dei cognomi di volta in volta citati dall’autore, poiché proprio su di essi si fonda il discorso. Rimandando i lettori più curiosi alla versione del testo disponibile su academia e contenente i risultati delle mie ricerche, oltre a qualche considerazione conclusiva.

Un Feuilleton: persona e nome. (Il vincolo del nome) [1]

 Herbert Silberer

[460] In un saggio “Il vincolo del nome”, che è apparso nella “Zeitschrift für Psychotherapie und med.[izinische] Psychologie.[”] Vol. III° fascicolo 2° [2], S t e k e l  ha richiamato l’attenzione sulle interessanti relazioni tra il nome e la scelta del lavoro. È riuscito addirittura a dimostrare rapporti tra nevrosi e nome. Così, riferisce del caso di un giovane uomo che soffriva di idee coatte. “Quando conto i pacchi – così suonava la lamentela del paziente – non sono mai  s i c u r o [sicher] del fatto mio.  Non so se il numero sia giusto. Sono sempre insicuro [unsicher]. Mai sicuro [sicher]!” “Lei come si chiama?” chiese  S t e k e l. Ebbene, la risposta fu: “Mi chiamo  S i c h e r” [3]. Queste relazioni che, secondo l’appropriata espressione di  A b r a h a m, provano il “potere determinante del nome”, le si potrebbe documentare con bellissimi esempi. S t e k e l  non intendeva dimostrare che il nome aveva il potere determinante assoluto. Ma che il nome sia importante in più occasioni non potrà essere contestato da nessuno psicoanalista ragionevole. 
Il nome di una persona è come la sua ombra. Lo accompagna per tutta la vita. È in un rapporto inseparabile con lui, sì, addirittura un pezzo di lui e ciononostante, se lo si considera con attenzione, solo un alito, un niente. Temporaneamente, la persona può celare il suo compagno: ciò che per l’ombra è la notte, per il nome è l’incognito. Ma come il giorno scaccia la notte e non ci si può offrire al sole mattutino senza render visibile l’ombra, così anche il nome non può essere dissimulato quando la persona si presenta in pubblico. E come si dice che i grandi eventi gettano avanti le loro ombre, così il loro nome precede gli uomini celebri come un araldo; solo che troppo spesso il nome è più grande del suo portatore, così come con un’illuminazione inclinata anche l’ombra di un piccolo omino può divenire imponente; ne è colpevole proprio l’illuminazione inclinata… Quando infine la persona muore, allora muoiono in genere anche l’ombra e il nome. Colui che è importante, però, che si è assicurato un posto negli animi degli esseri umani, questi non muore: il suo nome continua a vivere sulla bocca di tutti e il suo ricordo, benché come tutti i ricordi [sia] solo un’ombra, è comunque forse più imperituro del marmo, resistente alle intemperie. 
Il nome, che è così intimamente legato alla persona, dovrebbe in realtà rappresentare l’essenza del suo portatore. Un tempo i nomi avevano veramente questo significato. Indicavano o il lavoro dell’interessato (si pensi a cognomi come Müller [Mugnaio], Maier [Mezzadro], Schulze [Sindaco] ecc.), oppure indicavano qualità notevoli, il luogo di nascita – in ogni caso dicevano qualcosa di caratteristico [461] sul portatore. Oggi non è più così e ho sempre trovato un poco sbagliato che il nome, quest’abito dell’essere umano un tempo così versatile, ben attagliato, sia divenuto nel corso del tempo una rigida, sciocca uniforme, appioppata alla persona, che le vada bene oppure no. 
Per quel che mi riguarda, mi si potrà deridere ma io credo che una persona che si chiama Fischer [Pescatore] debba prender pesci, una persona che si chiama Riese [Gigante] debba essere un tipo lungo come una pertica e una persona che si chiama Brünner [Brunense] non debba essere di Salisburgo ma di Brünn. Ora, come stanno le cose in realtà? Qui Fischer è segretario di cancelleria, Reise un ragazzino alto 150 cm e Brünner [è] di Leitmeritz. Eppure – ci sono piacevoli eccezioni, forse addirittura più di quante non si potrebbe immaginare. Quando ne scopro una, quando vedo che l’impiego di una persona è in relazione al suo nome, mi fa ogni volta così tanto piacere che da molto tempo mi annoto tutti quei casi che mi capitano. Intendo dare una serie di esempi – sono tutti presi dalla vita reale.
Dunque, c’è per esempio un colonnello di cavalleria, barone v[on] Klingspor [Suonosperone]; potrebbe portare un nome più bello? Un uomo, che si chiama Tintner [Inchiostratore], è come fatto apposta per fabbricare timbri. Sottotenente Marsch [Marcia] suona in modo eccellente e stesso nome porta in modo assai adatto un musicista del reggimento. Conosco un salone di moda Rosa Spiegel [Rosa Specchio]: e per quante il salone di moda è uno specchio rosa! Il direttore di una commissione di idrovolanti a Kiel è il primo tenente di vascello Heering [Ariinga]. Essendo in marina, non dimentichiamo il contrammiraglio v[on] Wellenburg [Ondecastello] e il capitano Kühlwetter [Frescotempo]. Un albergatore che si chiama Heger [Guardacaccia] fa ben presagire e anche gli osti Leber [Fegato] e Knödel [Canederli] hanno qualcosa di attraente (Leberknödel sarebbe ancora meglio); lo stesso vale per il proprietario di gastronomia Krautwurst [Verdurasalsiccia], il farmacista Leimkugel [Collapallina] mi piace; così si vede subito che là si trovano pillole. Che un tedesco nazionalista si chiami Schnorrer [4] è invece un errore tanto pietoso quanto il fatto che la ditta Kapun  [Cappone] Hanakamp & Co. è una banca invece di un negozio di pollame. Per un tal negozio sono nomi azzeccati Gansl [Ochetta], F. Eder (che da: Feder [Piuma]); va meno bene Hungerleider [Mortodifame]. Mi sovviene il signor Fuchs [Volpe] quale venditore di pollame, come il signor Bock [Caprone] quale giardiniere. Un commercio di uova Schneeweiss [Bianconeve] o anche solo Weiss [Bianco] me lo faccio andar bene; Elefant [Elefante] crea l’aspettativa di uova particolarmente grosse.
Un certo Metall [Metallo] è stato arrestato, come ho letto sul giornale, perché voleva pagare con corone false; per giunta presso la famiglia Sorg [Preoccupazione], dove certo non si ha bisogno di denaro falso. Recentemente ho visto un manuale di biliardo di Siegbert [Vittorioso] Schnurpfeil [Frecciaprecisa]; dev’essere un giocatore eccellente, preciso e dal quale si potrà imparare qualcosa. Un signor Bauerreiss [Strappapedone] ha scritto di problemi di scacchi e ci sono ancora altri nomi buoni per i giocatori di scacchi: il cavalier Zug [Mossa] v[on] Skarszewski ha fondato una rivista di scacchi polacca. Noti giocatori si chiamavano Weiss [Bianco] e Schwarz [Nero] e Albin [Albino], ancora, è una “Variante” del nome Weiss. Un traduttore del poema epico cavalleresco “Parzival” e di altri poemi affini si chiama Pannier [Vessillo]. Conosco un falegname [Tischler] che è così sincero da chiamarsi Tischler. Un commerciante di tappeti di Salisburgo si chiama Gehmacher [Aprivia]. Feinhals [Golafina] è un nome migliore di Foltermayer [Torturacontadino] per un cantante e Fluss [Fiume] va bene per una lavanderia. L’autore di un “Breviario d’amore” si chiama Voneisen [Diferro/Dighiacci]; deve fare davvero un grande effetto sulle signore. A Ischl ho scoperto il negozio di antiquariato Scherb [Coccio]. C’è un editore di libri di aeronautica [che si chiama] Auffahrt [Ascesa] e un dirigibilista Schleiffahrt [Recupero [5]]. L’inventore di un sistema di lancio per bombe aeree si chiama Guerre (in tedesco Krieg [Guerra]), quello di un idrovolante Rivière ([in tedesco] Strom [Fiume]). Un fabbricante di forni crematori porta il nome di Asbrand [Incendiolabemolle]. Un signor Kleinsorge [Piccolecure] scrive un’“Etica cellulare”, Dulaure [Dellalavra] sul folklore, Kind [Bambino] sulla sessuologia. Jeremias [Geremia] sulla Bibbia. Kyrieleis [Signorepie[(tà)] si chiamava un no[462]to falsario di autografi di Lutero. Windhoff [Ventosperanza] produce dispositivi per il raffreddamento ad aria per motori aerei, Lüftschitz [Tiraria] apparecchi aspirapolvere.
I signori dr. Bader [Balneatore], dr. Doctor [Dottore] e dr. Arzt [Medico] non avrebbero potuto far niente di meglio che i dottori. Lo stesso si comprende per i dottori Nirenstein [Calcolorenale], Gall [Bile], Kropf [Gozzo], Ornstein [Pietrabernoccolo], Mark [Midollo], Herzmark [Cuoremidollo], Krebs [Cancro] e Stauch [Arresto, Blocco]. Si vedono realmente gli strumenti e il sangue davanti a sé quando si leggono i nomi di Schnitzler [Tagliacarne] (il grande chirurgo), Fleischer [Macellaio], Hacker [Incisore], Fleischmann [Carnuomo], Schneider [Tagliatore], Aufschnaiter [Sutagliatore], si tira però il fiato una volta esauriti i nomi. Abbastanza stranamente, un docente Herz [Cuore] è specialista in malattie cardiache e dottori di nome Steiner [Pietraio] e Fluss [Flusso, Fiume] in malattie delle vie urinarie. Scrupolosità la lascia presagire il dr. Kuttelwascher [Lavabudella] e di conforto per il malato suonano nomi come Glücksam [Fortunato] o Fröhlich [Lieto]. Il dentista Schreier [Urlatore] è scambiato verosimilmente con il paziente urlante e similmente avverrà con il nome Weinmann [Piantuomo]; l’importanza dell’igiene dentale è ben allusa nei nomi Scheuer [Timido] e Reiniger [Pulitore, Detergente]. Anche Reissberg [Strappamontagne] è un nome confacente, il dentifricio del dr. Pfeffermann [Uomopiperito] fa già nel nome sentire l’odore della menta piperita [Pfefferminze]. Che infine i signori Rössel [Cavallino], Rossmeissel [Destrieroscalpello] e Ganslmayer [Ochettecontadino] siano veterinari è ovvio. Cito anche il prof. Freud [Gioia] quale creatore di una nuova teoria della libido.
Passiamo ad altri lavori. Baumann [Cantieruomo], Hauser [Facase], Sandig [Sabbioso], Pfeiler [Pilone], Babel [Babele], Keller [Cantina], Steiner [Pietraio] sono naturalmente architetti, cui si aggiungono ancora, come capimastri, Mörtinger [Maltese], Bauer [Costruttore], Neubauer [Neocostruttore], Maurer [Muratore], Steinmetz [Scalpellino], Münster [Duomo] e Ziegelwanger [Guanciale].  Da Wollisch [Lanoso] si trovano cascami di cotone [Baumwollabfälle], da Schneeweiss [Bianconeve], Sptizer [Pizzo] e Spitzner [Pizzo] completi per letto e biancheria, da Hönigschmid [Mielefabbro] corredi da sposa, da Siebenschein [Setteapparenze] articoli di bigiotteria, dai fratelli Bergmann [Minatore], drodotti [6] per miniere e baracche, da Frost [Gelo] combustibili, da Brenner [Bruciatore] ghiaccio, da Eisenschimmel [Ferrobiancavallo] macchine a vapore (il cavallo a vapore è certo di ferro), da Goldhammer [Oromartello], Silberknopf [Argentobottone] e Spiegel [Specchio] articoli da trucco e bigiotteria. Per la lavorazione di pietre preziose cito Goldberg [Oromonte] e Bergstein [Montepietra] e, cosa importante per le signore: Freudenberg [Gioiamonte]. Il signor Schein [Apparenza] è tappezziere e decoratore. Vengo ai rivenditori di generi vari e alimentari; qui ci sono nomi commestibili come Honig [Miele] Mandelbrot [Pandimandorla], Häring [Aringa], Lampl [Agnello/Lepre] o comunque a ciò connessi come Kreissler [Bottegaio/Cacciatore/Macinacereali], Koch [Cuoco], Keller [Cantina], Vielgut [Moltobene] e Lamm  e Fleischner [Agnello e Macellaio]. Tra i macellai si possono trovare non solo Fleischhacker [Zappacarne] e Fleischmann [Carnuomo], ma anche Ochs [Bove] e Kaibl [Vitello]; né voglio tralasciare due salumieri di nome Wurst [Salsiccia] e uno con il nome Beinl [Gambetta].
Un ampio capitolo a sé è costituito dagli avvocati viennesi. Qui ce n’è per tutti i gusti e per ogni circostanza. Questo già si manifesta nel nome dr. Allerhand [D’Ognitipo]. Chi è schiacciato dalla propria colpa si reca naturalmente dal Dr. Trost [Conforto] o dai suoi colleghi dottori Freund [Amico], Freundlich [Gentile], Liebmann [Amoruomo] e Liebermann [Amabiluomo]; anche il dr. Langbank [Lungapanca] può essere utile in tali casi, facendo sì che la minacciosa causa penale venga tirata per le lunghe [7]. Se si desidera scrupolosità, si va certo dal dottor Wurzel [Radice] e in casi oscuri e confusi dal dottor Klärmann [Claruomo]. Dove occorre scaltrezza si ricorrerà al dottor Katz [Gatto] o al dr. Fuchs [Volpe] e se nulla è di aiuto si assumono i due difensori dr. Blau [Blu] e dr. Rauch [Fumo] per gettare fumo negli occhi [8] all’avversario. Se invece ci si sente sicuri e si vuole sfogare la propria rabbia sull’avversario, si scelgono i dr. Grimm [Furore], Wolf [Lupo], Löw [Leon], Brecher [Frantumatore], Boxer [Pugile], Faust [Pugno], Rittersporn [Cavaliersperone] o Hauenschild [Lavorascudi], infine il dr. Messer [Coltello] o meglio ancora il dr. Scharfmesser [Coltellaffilato]. Se invece si è inclini alla benevolenza, si potrebbe anzitutto prendere in considerazione il dr. Turteltaub [Tortora]. Terribile è avere contro il dr. Schnürdreher [Giracorde]. Non so se qui si sfuggirebbe alla forca. Spesso è importante che l’avvocato sia prestante di voce; non so se, con riguardo a ciò, sia da preferire il dr. Kantor [Cantore] o il dr. Brüll [Ruggi]. In ogni caso, il dr. Ichheiser [Iorauco] è in svantaggio. Con mezzi più violenti i dottori Bum [Bum], Knall [Scoppio] e Klem[463]perer [Martellatore] mirano a spaventare l’avversario; cosa dovrei pensare dei dr. Blech [Latta] e Stroh [Paglia] davvero non lo so. Che il signor Links [Asinistra] sia diventato dr. in diritto, lo trovo inopportuno [9]; avrebbe dovuto prendere esempio dal dr. Recht [Destro]. Saranno inclini all’appianamento i dottori Mittler [Mediatore], Fried [Pace] e Friedmann [Paciuomo]. Chi vuole mettersi in buone mani si recherà dal dr. Vortrefflich [Eccellente]; si viaggerà ancora più sicuri con il dr. Glück [Fortuna], sicurissimi però con il dr. Immerglück [Semprefortuna].
Chi sono mai Kraus [Crespo], Kampelmüller [Macinapettini], Harmuth [Capellicoraggio], Bartusch [Barbausch], Bartonik [Barbatonico], Oehl [Olio], Oehler [Oliatore], Schönol [Bellolio], Scheidl [Separatino], Schnetz [Taglietto], Schnelzer [Scattante] e Schnipper [Sforbiciatore]? Sono parrucchieri. E Taubennestler [Piccionido]? Beh, ovviamente un parrucchiere per signora.
Chi sono persone che si ammalano del loro nome. Il mio amico neurologo, dr.  S t e k e l, mi ha raccontato di un signor Gross [Grande], che soffre di deliri di grandezza, di un signor Kleiner [(Più) Piccolo], che soffre di un tormentosa sensazione di piccolezza [10]. Un signor Breier ingeriva quasi solo purea [Brei]. Un signor Bauer [Contadino] sognava di aristocratici antenati, un signor Fürst [Principe] si rivelò quale appassionato socialdemocratico. Un signor Heim [Casa] si sentiva infelice nel matrimonio. Una volta giunse un paziente che si lamentava di rappresentazioni coatte costanti che riguardavano lo  s c h i a c c i  a r e [Drücken]. Voleva schiacciare gli oggetti sì che solo lui potesse sentire la pressione [Druck]. La pressione [Druck] doveva partire solo dal suo corpo. L’uomo di chiamava “Drucker” [Premitore].
Sembra in effetti che, nelle persone nervose [11], il nome che portano a volte abbia voce in capitolo nella forma della loro malattia. Sembra anche che per le persone aduse alla ruminazione il proprio nome dia materiale per riflessioni infinite; [sembra anche] che tali persone si sentano psichicamente spinte ad adempiere ciò che il loro nome afferma o altrimenti a cadere nel contrario.
Non è necessario peraltro andar solo dai nervosi e da chi rimugina per scoprire che per il suo portatore il nome è perlopiù qualcosa di serio, di sacrosanto, per così dire. E per questo, dopo aver scherzato con il nome di così tanti miei simili, mi sorge qualche scrupolo. Ma del resto ci si ricordi dei maligni versi che Herder scrisse su Goethe: “… “Tu che discendi da Göttern [dei], da Gothen [tribù germanica] o da Kothe [escrementi]” [12]. Beh, se il grande Goethe dovette tollerare una cosa del genere, allora…

 
Bibliografia

Abraham K. (1911), Sul potere determinante del nome. In Abraham K., Opere, vol. I, Bollati Boringhieri, Torino, 1975, 54-5.

Feliziani Kannheiser F., Sigmund Shlomo Freud. Le radici ebraiche della psicoanalisi, Salomone Belforte, Livorno, 2019.

Freud S. (1905), Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio, In OSF, V, Bollati Boringhieri, Torino, 1-211.

Johnston W. M., The Austrian Mind. An Intellectual and Social History 1848-1938, University of California Press, Berkley, Los Angeles, London, 1972.

Jones E. (1955), Vita e opere di Freud. II. Gli anni della maturità (1901-1919), Il Saggiatore, Milano, 1962. verificare se si è usato questo volume.

Kohn M. (1982) Freud et le yiddish. Le préanalytique (1877-1897), Economica Anthropos, Paris, 2005 (seconda edizione).

Lualdi M. M. (2023), Nervosismo e nevrosi. Studio filologico e biografico preliminare. Contributo online.

Moedebeck H. W. L., Taschenbuch zum praktischen Gebrauch für Flugtechniker und Luftschiffer, Verlag von W. H. Kühl, Berlin, 1895.

Stekel W. (1911), Il vincolo del nome. Contributo online.

Ticho E. A., The Influence of the German-Language Culture on Freud’s Thought. In International Journal of Psychoanalysis, 1986 (67), 227-34.



[1] [NdT] Titolo originale: “Ein Feuilleton: Mensch und Name. (Die Verpflichtung des Namens)”. In Zentralblatt für Psychoanalyse, 1913 (III), Heft 8/9, 460-3. I numeri in parentesi quadra indicano le pagine dell’edizione originale. Tutte le parentesi quadre sono mie. 
Il termine “feuilleton” era stato introdotto nel 1800 circa a Parigi dal critico e scrittore Julien-Louis Geoffroy (1743-1818) per indicare la parte inferiore della prima pagina di un quotidiano, parte che si poteva staccare dal corpo del giornale. A Vienna il feuilleton ebbe presto molto successo (Ticho, 1986, 230), divenendo uno spazio dedicato a notizie di qualsiasi genere, trattate con uno stile colloquiale, al punto da venir criticato come segno di decadenza. Tra i più aspri critici, il giornalista satirico Karl Kraus (1874-1936) (Johnston, 1972, 120-2), ben noto alla prima cerchia psicoanalitica (Jones, 1955, 154).

[2] [NdT] Stekel, 1911. L’articolo è consultabile in traduzione italiana su ilpassopsiconalitico e su academia.

[3] [NdA] Abraham: sul potere determinante del nome. (Questa rivista. Vol. II° pagina 133). [NdT] L’apposizione della nota in questo punto è sicuramente un refuso di stampa, poiché da un lato l’articolo di Abraham (Abraham 1911) è citato espressamente da Silberer nella frase successiva e dall’altro nel suo lavoro Abraham non cita mai questo esempio di Stekel. Per inciso, si noti che lo scambio di battute riportato da Silberer tra Stekel e il suo paziente Sicher non corrisponde a una citazione diretta dal lavoro di quest’ultimo.

[4] [NdT] Schnorrer è termine yiddish. Significa scroccone, accattone, pitocco, mendicante. Qui il punto non è però il significato del termine, quanto il suo riferirsi a una figura tipica del Witz ebraico. Il paradosso segnalato da Silberer è dunque legato all’antisemitismo, che andava a braccetto con il nazionalismo tedesco. Sul Witz e in particolare sulla figura dello Schnorrer si vedano (Freud, 1905, 48-8, 100-1; Kohn, 1982, 59-75; Feliziani Kannheiser, 2019, 131).

[5] [NdT] Con il termine “Schleiffahrt” si indicava la fase di recupero del dirigibile (Moedebeck, 1895, voce Schleiffahrt), che poteva durare anche ore e non era esente da pericoli.

[6] [NdT] Refuso nell’originale: “Bergwerks und Hüttendrodukte” al posto di “Bergwerks und Hüttenprodukte”.

[7] [NdT] Qui Silberer si basa (come in alcune occasioni già Stekel nel suo analogo articolo; Stekel, 1911), su un modo di dire tedesco: “etwas auf die lange Bank schieben”, lett.: “mettere qualcosa sulla panca lunga”, con il significato di ritardare qualcosa volutamente, senza necessità. Si potrebbe forse rendere anche con un “Tirinlungo”.

[8] [NdT] Nuovo ricorso a un modo di dire: “jemandem blauen Dunst vormachen”, lett.: “far vedere il fumo blu a qualcuno”, con il significato di ingannare qualcuno.

[9] [NdT] Il gioco di parole si perde in italiano: in tedesco “diritto” si dice “Recht”. Molto simile a “Rechte” ossia “destra”. Per sottolineare la cosa, Silberer impiega il plurale e scrive “Doktor der Rechte”, ossia “dottore in leggi”. In un certo senso, questo passaggio è un omaggio a Stekel, il quale, anche per riconoscimento di Freud, aveva posto attenzione al significato simbolico di destra (Rechte) e sinistra (Linke) nei sogni. In una parte aggiunta nella terza edizione de L’interpretazione dei sogni (1911, dunque pochi anni prima di questo articolo di Silberer), scrive Freud: “Destra e sinistra vanno considerate nel sogno, secondo Stekel, in senso etico. ‘La via di destra significa sempre la via retta, la via di sinistra quella dcl reato…’.” (Freud, 1899, 329).

[10] [NdT] Non si tratta solo di comunicazioni private fatte da Stekel a Silberer, ma di esempi citati dal primo nel suo articolo del 1911 (Stekel 1911). Ciò vale anche per i successivi quattro casi del capoverso.

[11] [NdT] Naturalmente nel senso di nevrotiche. Silberer impiega però qui l’aggettivo “nervös” non “neurotisch”. Sulla distinzione tra i due rimando a Lualdi, 2023

[12] [NdT] Altra citazione (anche) dall’articolo di Stekel del 1911.  


Commenti

  1. Grazie al “viennese” Lualdi, in particolare per il suo talento nell'armonizzare tutto in una stesura fedele all'originale e ...originale nella sua composizione. Francesco Marchioro

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  2. Grazie Francesco. Onorato del "viennese" e non meno del commento sulla traduzione, che giunge da chi ci ha donato - tra l'altro- l'insostituibile opera omnia di Otto Rank in italiano

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