Un Feuilleton: persona e nome. (Il vincolo del nome)
Herbert Silberer (1882-1923) (fonte: wikipedia) |
Traduzione e cura: Michele M. Lualdi
Versione PDF
Un
Feuilleton: persona e nome. (Il vincolo del nome) [1]
Herbert Silberer
[460] In un saggio “Il
vincolo del nome”, che è apparso nella “Zeitschrift für Psychotherapie und
med.[izinische] Psychologie.[”] Vol. III° fascicolo 2° [2],
S t e k e l ha richiamato l’attenzione
sulle interessanti relazioni tra il nome e la scelta del lavoro. È riuscito
addirittura a dimostrare rapporti tra nevrosi e nome. Così, riferisce del caso
di un giovane uomo che soffriva di idee coatte. “Quando conto i pacchi – così
suonava la lamentela del paziente – non sono mai s i c u r o [sicher] del fatto mio. Non so se il numero sia giusto. Sono sempre
insicuro [unsicher]. Mai sicuro [sicher]!” “Lei come si chiama?” chiese S t e k e l. Ebbene, la risposta fu: “Mi
chiamo S i c h e r” [3].
Queste relazioni che, secondo l’appropriata espressione di A b r a h a m, provano il “potere
determinante del nome”, le si potrebbe documentare con bellissimi esempi. S t e
k e l non intendeva dimostrare che il
nome aveva il potere determinante assoluto. Ma che il nome sia importante in
più occasioni non potrà essere contestato da nessuno psicoanalista ragionevole.
Il nome di una
persona è come la sua ombra. Lo accompagna per tutta la vita. È in un rapporto inseparabile
con lui, sì, addirittura un pezzo di lui e ciononostante, se lo si considera
con attenzione, solo un alito, un niente. Temporaneamente, la persona può
celare il suo compagno: ciò che per l’ombra è la notte, per il nome è
l’incognito. Ma come il giorno scaccia la notte e non ci si può offrire al sole
mattutino senza render visibile l’ombra, così anche il nome non può essere
dissimulato quando la persona si presenta in pubblico. E come si dice che i
grandi eventi gettano avanti le loro ombre, così il loro nome precede gli
uomini celebri come un araldo; solo che troppo spesso il nome è più grande del
suo portatore, così come con un’illuminazione inclinata anche l’ombra di un
piccolo omino può divenire imponente; ne è colpevole proprio l’illuminazione
inclinata… Quando infine la persona muore, allora muoiono in genere anche
l’ombra e il nome. Colui che è importante, però, che si è assicurato un posto
negli animi degli esseri umani, questi non muore: il suo nome continua a vivere
sulla bocca di tutti e il suo ricordo, benché come tutti i ricordi [sia] solo
un’ombra, è comunque forse più imperituro del marmo, resistente alle
intemperie.
Il nome, che è così
intimamente legato alla persona, dovrebbe in realtà rappresentare l’essenza del
suo portatore. Un tempo i nomi avevano veramente questo significato. Indicavano
o il lavoro dell’interessato (si pensi a cognomi come Müller [Mugnaio], Maier
[Mezzadro], Schulze [Sindaco] ecc.), oppure indicavano qualità notevoli, il
luogo di nascita – in ogni caso dicevano qualcosa di caratteristico [461] sul portatore.
Oggi non è più così e ho sempre trovato un poco sbagliato che il nome,
quest’abito dell’essere umano un tempo così versatile, ben attagliato, sia
divenuto nel corso del tempo una rigida, sciocca uniforme, appioppata alla
persona, che le vada bene oppure no.
Per quel che mi
riguarda, mi si potrà deridere ma io credo che una persona che si chiama
Fischer [Pescatore] debba prender pesci, una persona che si chiama Riese
[Gigante] debba essere un tipo lungo come una pertica e una persona che si
chiama Brünner [Brunense] non debba essere di Salisburgo ma di Brünn. Ora, come
stanno le cose in realtà? Qui Fischer è segretario di cancelleria, Reise un
ragazzino alto 150 cm e Brünner [è] di Leitmeritz. Eppure – ci sono piacevoli
eccezioni, forse addirittura più di quante non si potrebbe immaginare. Quando
ne scopro una, quando vedo che l’impiego di una persona è in relazione al suo
nome, mi fa ogni volta così tanto piacere che da molto tempo mi annoto tutti
quei casi che mi capitano. Intendo dare una serie di esempi – sono tutti presi
dalla vita reale.
Dunque, c’è per
esempio un colonnello di cavalleria, barone v[on] Klingspor [Suonosperone];
potrebbe portare un nome più bello? Un uomo, che si chiama Tintner [Inchiostratore],
è come fatto apposta per fabbricare timbri. Sottotenente Marsch [Marcia] suona
in modo eccellente e stesso nome porta in modo assai adatto un musicista del
reggimento. Conosco un salone di moda Rosa Spiegel [Rosa Specchio]: e per
quante il salone di moda è uno specchio rosa! Il direttore di una commissione
di idrovolanti a Kiel è il primo tenente di vascello Heering [Ariinga]. Essendo
in marina, non dimentichiamo il contrammiraglio v[on] Wellenburg [Ondecastello]
e il capitano Kühlwetter [Frescotempo]. Un albergatore che si chiama Heger [Guardacaccia]
fa ben presagire e anche gli osti Leber [Fegato] e Knödel [Canederli] hanno
qualcosa di attraente (Leberknödel sarebbe ancora meglio); lo stesso vale per
il proprietario di gastronomia Krautwurst [Verdurasalsiccia], il farmacista
Leimkugel [Collapallina] mi piace; così si vede subito che là si trovano
pillole. Che un tedesco nazionalista si chiami Schnorrer [4]
è invece un errore tanto pietoso quanto il fatto che la ditta Kapun [Cappone] Hanakamp & Co. è una banca invece
di un negozio di pollame. Per un tal negozio sono nomi azzeccati Gansl [Ochetta],
F. Eder (che da: Feder [Piuma]); va meno bene Hungerleider [Mortodifame]. Mi
sovviene il signor Fuchs [Volpe] quale venditore di pollame, come il signor
Bock [Caprone] quale giardiniere. Un commercio di uova Schneeweiss [Bianconeve]
o anche solo Weiss [Bianco] me lo faccio andar bene; Elefant [Elefante] crea
l’aspettativa di uova particolarmente grosse.
Un certo Metall
[Metallo] è stato arrestato, come ho letto sul giornale, perché voleva pagare
con corone false; per giunta presso la famiglia Sorg [Preoccupazione], dove
certo non si ha bisogno di denaro falso. Recentemente ho visto un manuale di
biliardo di Siegbert [Vittorioso] Schnurpfeil [Frecciaprecisa]; dev’essere un
giocatore eccellente, preciso e dal quale si potrà imparare qualcosa. Un signor
Bauerreiss [Strappapedone] ha scritto di problemi di scacchi e ci sono ancora
altri nomi buoni per i giocatori di scacchi: il cavalier Zug [Mossa] v[on]
Skarszewski ha fondato una rivista di scacchi polacca. Noti giocatori si
chiamavano Weiss [Bianco] e Schwarz [Nero] e Albin [Albino], ancora, è una
“Variante” del nome Weiss. Un traduttore del poema epico cavalleresco
“Parzival” e di altri poemi affini si chiama Pannier [Vessillo]. Conosco un
falegname [Tischler] che è così sincero da chiamarsi Tischler. Un commerciante
di tappeti di Salisburgo si chiama Gehmacher [Aprivia]. Feinhals [Golafina] è
un nome migliore di Foltermayer [Torturacontadino] per un cantante e Fluss [Fiume]
va bene per una lavanderia. L’autore di un “Breviario d’amore” si chiama
Voneisen [Diferro/Dighiacci]; deve fare davvero un grande effetto sulle
signore. A Ischl ho scoperto il negozio di antiquariato Scherb [Coccio]. C’è un
editore di libri di aeronautica [che si chiama] Auffahrt [Ascesa] e un
dirigibilista Schleiffahrt [Recupero [5]].
L’inventore di un sistema di lancio per bombe aeree si chiama Guerre (in
tedesco Krieg [Guerra]), quello di un idrovolante Rivière ([in tedesco] Strom
[Fiume]). Un fabbricante di forni crematori porta il nome di Asbrand
[Incendiolabemolle]. Un signor Kleinsorge [Piccolecure] scrive un’“Etica
cellulare”, Dulaure [Dellalavra] sul folklore, Kind [Bambino] sulla
sessuologia. Jeremias [Geremia] sulla Bibbia. Kyrieleis [Signorepie[(tà)] si
chiamava un no[462]to falsario di autografi di Lutero. Windhoff [Ventosperanza]
produce dispositivi per il raffreddamento ad aria per motori aerei, Lüftschitz [Tiraria]
apparecchi aspirapolvere.
I signori dr. Bader [Balneatore],
dr. Doctor [Dottore] e dr. Arzt [Medico] non avrebbero potuto far niente di
meglio che i dottori. Lo stesso si comprende per i dottori Nirenstein [Calcolorenale],
Gall [Bile], Kropf [Gozzo], Ornstein [Pietrabernoccolo], Mark [Midollo],
Herzmark [Cuoremidollo], Krebs [Cancro] e Stauch [Arresto, Blocco]. Si vedono
realmente gli strumenti e il sangue davanti a sé quando si leggono i nomi di Schnitzler
[Tagliacarne] (il grande chirurgo), Fleischer [Macellaio], Hacker [Incisore],
Fleischmann [Carnuomo], Schneider [Tagliatore], Aufschnaiter [Sutagliatore], si
tira però il fiato una volta esauriti i nomi. Abbastanza stranamente, un
docente Herz [Cuore] è specialista in malattie cardiache e dottori di nome
Steiner [Pietraio] e Fluss [Flusso, Fiume] in malattie delle vie urinarie.
Scrupolosità la lascia presagire il dr. Kuttelwascher [Lavabudella] e di
conforto per il malato suonano nomi come Glücksam [Fortunato] o Fröhlich [Lieto].
Il dentista Schreier [Urlatore] è scambiato verosimilmente con il paziente
urlante e similmente avverrà con il nome Weinmann [Piantuomo]; l’importanza
dell’igiene dentale è ben allusa nei nomi Scheuer [Timido] e Reiniger [Pulitore,
Detergente]. Anche Reissberg [Strappamontagne] è un nome confacente, il
dentifricio del dr. Pfeffermann [Uomopiperito] fa già nel nome sentire l’odore
della menta piperita [Pfefferminze]. Che infine i signori Rössel [Cavallino],
Rossmeissel [Destrieroscalpello] e Ganslmayer [Ochettecontadino] siano veterinari
è ovvio. Cito anche il prof. Freud [Gioia] quale creatore di una nuova teoria
della libido.
Passiamo ad altri
lavori. Baumann [Cantieruomo], Hauser [Facase], Sandig [Sabbioso], Pfeiler [Pilone],
Babel [Babele], Keller [Cantina], Steiner [Pietraio] sono naturalmente
architetti, cui si aggiungono ancora, come capimastri, Mörtinger [Maltese],
Bauer [Costruttore], Neubauer [Neocostruttore], Maurer [Muratore], Steinmetz [Scalpellino],
Münster [Duomo] e Ziegelwanger [Guanciale]. Da Wollisch [Lanoso] si trovano cascami di
cotone [Baumwollabfälle], da Schneeweiss [Bianconeve], Sptizer [Pizzo] e
Spitzner [Pizzo] completi per letto e biancheria, da Hönigschmid [Mielefabbro]
corredi da sposa, da Siebenschein [Setteapparenze] articoli di bigiotteria, dai
fratelli Bergmann [Minatore], drodotti [6]
per miniere e baracche, da Frost [Gelo] combustibili, da Brenner [Bruciatore]
ghiaccio, da Eisenschimmel [Ferrobiancavallo] macchine a vapore (il cavallo a
vapore è certo di ferro), da Goldhammer [Oromartello], Silberknopf [Argentobottone]
e Spiegel [Specchio] articoli da trucco e bigiotteria. Per la lavorazione di
pietre preziose cito Goldberg [Oromonte] e Bergstein [Montepietra] e, cosa
importante per le signore: Freudenberg [Gioiamonte]. Il signor Schein [Apparenza]
è tappezziere e decoratore. Vengo ai rivenditori di generi vari e alimentari; qui
ci sono nomi commestibili come Honig [Miele] Mandelbrot [Pandimandorla], Häring
[Aringa], Lampl [Agnello/Lepre] o comunque a ciò connessi come Kreissler [Bottegaio/Cacciatore/Macinacereali],
Koch [Cuoco], Keller [Cantina], Vielgut [Moltobene] e Lamm e Fleischner [Agnello e Macellaio]. Tra i
macellai si possono trovare non solo Fleischhacker [Zappacarne] e Fleischmann [Carnuomo],
ma anche Ochs [Bove] e Kaibl [Vitello]; né voglio tralasciare due salumieri di
nome Wurst [Salsiccia] e uno con il nome Beinl [Gambetta].
Un ampio capitolo a
sé è costituito dagli avvocati viennesi. Qui ce n’è per tutti i gusti e per
ogni circostanza. Questo già si manifesta nel nome dr. Allerhand [D’Ognitipo].
Chi è schiacciato dalla propria colpa si reca naturalmente dal Dr. Trost [Conforto]
o dai suoi colleghi dottori Freund [Amico], Freundlich [Gentile], Liebmann [Amoruomo]
e Liebermann [Amabiluomo]; anche il dr. Langbank [Lungapanca] può essere utile
in tali casi, facendo sì che la minacciosa causa penale venga tirata per le
lunghe [7].
Se si desidera scrupolosità, si va certo dal dottor Wurzel [Radice] e in casi
oscuri e confusi dal dottor Klärmann [Claruomo]. Dove occorre scaltrezza si
ricorrerà al dottor Katz [Gatto] o al dr. Fuchs [Volpe] e se nulla è di aiuto
si assumono i due difensori dr. Blau [Blu] e dr. Rauch [Fumo] per gettare fumo
negli occhi [8]
all’avversario. Se invece ci si sente sicuri e si vuole sfogare la propria
rabbia sull’avversario, si scelgono i dr. Grimm [Furore], Wolf [Lupo], Löw [Leon],
Brecher [Frantumatore], Boxer [Pugile], Faust [Pugno], Rittersporn [Cavaliersperone]
o Hauenschild [Lavorascudi], infine il dr. Messer [Coltello] o meglio ancora il
dr. Scharfmesser [Coltellaffilato]. Se invece si è inclini alla benevolenza, si
potrebbe anzitutto prendere in considerazione il dr. Turteltaub [Tortora].
Terribile è avere contro il dr. Schnürdreher [Giracorde]. Non so se qui si
sfuggirebbe alla forca. Spesso è importante che l’avvocato sia prestante di
voce; non so se, con riguardo a ciò, sia da preferire il dr. Kantor [Cantore] o
il dr. Brüll [Ruggi]. In ogni caso, il dr. Ichheiser [Iorauco] è in svantaggio.
Con mezzi più violenti i dottori Bum [Bum], Knall [Scoppio] e Klem[463]perer [Martellatore]
mirano a spaventare l’avversario; cosa dovrei pensare dei dr. Blech [Latta] e
Stroh [Paglia] davvero non lo so. Che il signor Links [Asinistra] sia diventato
dr. in diritto, lo trovo inopportuno [9];
avrebbe dovuto prendere esempio dal dr. Recht [Destro]. Saranno inclini
all’appianamento i dottori Mittler [Mediatore], Fried [Pace] e Friedmann [Paciuomo].
Chi vuole mettersi in buone mani si recherà dal dr. Vortrefflich [Eccellente];
si viaggerà ancora più sicuri con il dr. Glück [Fortuna], sicurissimi però con
il dr. Immerglück [Semprefortuna].
Chi sono mai Kraus [Crespo],
Kampelmüller [Macinapettini], Harmuth [Capellicoraggio], Bartusch [Barbausch],
Bartonik [Barbatonico], Oehl [Olio], Oehler [Oliatore], Schönol [Bellolio],
Scheidl [Separatino], Schnetz [Taglietto], Schnelzer [Scattante] e Schnipper [Sforbiciatore]?
Sono parrucchieri. E Taubennestler [Piccionido]? Beh, ovviamente un
parrucchiere per signora.
Chi sono persone che
si ammalano del loro nome. Il mio amico neurologo, dr. S t e k e l, mi ha raccontato di un signor
Gross [Grande], che soffre di deliri di grandezza, di un signor Kleiner [(Più) Piccolo],
che soffre di un tormentosa sensazione di piccolezza [10].
Un signor Breier ingeriva quasi solo purea [Brei]. Un signor Bauer [Contadino]
sognava di aristocratici antenati, un signor Fürst [Principe] si rivelò quale
appassionato socialdemocratico. Un signor Heim [Casa] si sentiva infelice nel
matrimonio. Una volta giunse un paziente che si lamentava di rappresentazioni
coatte costanti che riguardavano lo s c
h i a c c i a r e [Drücken]. Voleva
schiacciare gli oggetti sì che solo lui potesse sentire la pressione [Druck].
La pressione [Druck] doveva partire solo dal suo corpo. L’uomo di chiamava
“Drucker” [Premitore].
Sembra in effetti
che, nelle persone nervose [11],
il nome che portano a volte abbia voce in capitolo nella forma della loro
malattia. Sembra anche che per le persone aduse alla ruminazione il proprio
nome dia materiale per riflessioni infinite; [sembra anche] che tali persone si
sentano psichicamente spinte ad adempiere ciò che il loro nome afferma o
altrimenti a cadere nel contrario.
Non è necessario
peraltro andar solo dai nervosi e da chi rimugina per scoprire che per il suo
portatore il nome è perlopiù qualcosa di serio, di sacrosanto, per così dire. E
per questo, dopo aver scherzato con il nome di così tanti miei simili, mi sorge
qualche scrupolo. Ma del resto ci si ricordi dei maligni versi che Herder
scrisse su Goethe: “… “Tu che discendi da Göttern [dei], da Gothen [tribù
germanica] o da Kothe [escrementi]” [12].
Beh, se il grande Goethe dovette tollerare una cosa del genere, allora…
Bibliografia
Abraham K. (1911), Sul potere determinante del nome. In Abraham K., Opere, vol. I, Bollati Boringhieri, Torino, 1975, 54-5.
Feliziani Kannheiser F., Sigmund Shlomo Freud. Le radici
ebraiche della psicoanalisi, Salomone Belforte, Livorno, 2019.
Freud S. (1905), Il motto di spirito e la sua relazione con
l’inconscio, In OSF, V, Bollati Boringhieri, Torino, 1-211.
Johnston W. M., The Austrian Mind. An
Intellectual and Social History 1848-1938, University of California Press,
Berkley, Los Angeles, London, 1972.
Jones E.
(1955), Vita e opere di Freud. II. Gli anni della maturità (1901-1919),
Il Saggiatore, Milano, 1962. verificare se si è usato questo volume.
Kohn M. (1982) Freud et le yiddish. Le
préanalytique (1877-1897), Economica Anthropos, Paris, 2005 (seconda
edizione).
Lualdi M. M. (2023), Nervosismo
e nevrosi. Studio filologico e biografico preliminare. Contributo online.
Moedebeck H. W. L., Taschenbuch zum praktischen Gebrauch für
Flugtechniker und Luftschiffer, Verlag von W. H. Kühl, Berlin, 1895.
Stekel W. (1911), Il
vincolo del nome. Contributo online.
Ticho E. A., The Influence of the German-Language Culture on Freud’s
Thought. In International Journal of Psychoanalysis, 1986 (67), 227-34.
[1] [NdT] Titolo originale: “Ein Feuilleton: Mensch und Name. (Die Verpflichtung des Namens)”. In Zentralblatt
für Psychoanalyse, 1913 (III), Heft 8/9, 460-3. I numeri in parentesi
quadra indicano le pagine dell’edizione originale. Tutte le parentesi quadre
sono mie.
Il termine “feuilleton” era stato introdotto nel 1800 circa a
Parigi dal critico e scrittore Julien-Louis Geoffroy (1743-1818) per indicare la parte inferiore della prima pagina di
un quotidiano, parte che si poteva staccare dal corpo del giornale. A Vienna il
feuilleton ebbe presto molto successo (Ticho, 1986, 230), divenendo uno spazio
dedicato a notizie di qualsiasi genere, trattate con uno stile colloquiale, al
punto da venir criticato come segno di decadenza. Tra i più aspri critici, il
giornalista satirico Karl Kraus (1874-1936) (Johnston, 1972, 120-2), ben noto alla prima cerchia
psicoanalitica (Jones, 1955, 154).
[2] [NdT] Stekel,
1911. L’articolo è consultabile in traduzione italiana su ilpassopsiconalitico
e su academia.
[3] [NdA] Abraham: sul
potere determinante del nome. (Questa rivista. Vol. II° pagina 133). [NdT] L’apposizione della nota in questo
punto è sicuramente un refuso di stampa, poiché da un lato l’articolo di
Abraham (Abraham 1911) è citato espressamente da Silberer nella frase
successiva e dall’altro nel suo lavoro Abraham non cita mai questo esempio di
Stekel. Per inciso, si noti che lo scambio di battute riportato da Silberer tra
Stekel e il suo paziente Sicher non corrisponde a una citazione diretta dal
lavoro di quest’ultimo.
[4] [NdT] Schnorrer è
termine yiddish. Significa scroccone, accattone, pitocco, mendicante. Qui il
punto non è però il significato del termine, quanto il suo riferirsi a una
figura tipica del Witz ebraico. Il paradosso segnalato da Silberer è dunque
legato all’antisemitismo, che andava a braccetto con il nazionalismo tedesco.
Sul Witz e in particolare sulla figura dello Schnorrer si vedano (Freud, 1905,
48-8, 100-1; Kohn, 1982, 59-75; Feliziani Kannheiser, 2019, 131).
[5] [NdT] Con il
termine “Schleiffahrt” si indicava la fase di recupero del dirigibile
(Moedebeck, 1895, voce Schleiffahrt),
che poteva durare anche ore e non era esente da pericoli.
[6] [NdT] Refuso
nell’originale: “Bergwerks und Hüttendrodukte” al posto di “Bergwerks und
Hüttenprodukte”.
[7] [NdT] Qui Silberer
si basa (come in alcune occasioni già Stekel nel suo analogo articolo; Stekel, 1911), su un modo di dire tedesco: “etwas auf die lange Bank schieben”, lett.: “mettere qualcosa sulla panca lunga”,
con il significato di ritardare qualcosa volutamente, senza necessità. Si
potrebbe forse rendere anche con un “Tirinlungo”.
[8] [NdT] Nuovo
ricorso a un modo di dire: “jemandem blauen Dunst vormachen”, lett.: “far vedere il fumo blu a qualcuno”, con il
significato di ingannare qualcuno.
[9] [NdT] Il gioco di
parole si perde in italiano: in tedesco “diritto” si dice “Recht”. Molto simile
a “Rechte” ossia “destra”. Per sottolineare la cosa, Silberer impiega il
plurale e scrive “Doktor der Rechte”, ossia “dottore in leggi”. In un certo
senso, questo passaggio è un omaggio a Stekel, il quale, anche per
riconoscimento di Freud, aveva posto attenzione al significato simbolico di
destra (Rechte) e sinistra (Linke) nei sogni. In una parte aggiunta nella terza
edizione de L’interpretazione dei sogni (1911, dunque pochi anni prima
di questo articolo di Silberer), scrive Freud: “Destra e sinistra vanno
considerate nel sogno, secondo Stekel, in senso etico. ‘La via di destra
significa sempre la via retta, la via di sinistra quella dcl reato…’.” (Freud,
1899, 329).
[10] [NdT] Non si
tratta solo di comunicazioni private fatte da Stekel a Silberer, ma di esempi
citati dal primo nel suo articolo del 1911 (Stekel 1911). Ciò vale anche per i
successivi quattro casi del capoverso.
[11] [NdT] Naturalmente
nel senso di nevrotiche. Silberer impiega però qui l’aggettivo “nervös” non
“neurotisch”. Sulla distinzione tra i due rimando a Lualdi, 2023.
[12] [NdT] Altra
citazione (anche) dall’articolo di Stekel del 1911.
Grazie al “viennese” Lualdi, in particolare per il suo talento nell'armonizzare tutto in una stesura fedele all'originale e ...originale nella sua composizione. Francesco Marchioro
RispondiEliminaGrazie Francesco. Onorato del "viennese" e non meno del commento sulla traduzione, che giunge da chi ci ha donato - tra l'altro- l'insostituibile opera omnia di Otto Rank in italiano
RispondiElimina