Verbali della Società psicoanalitica di Vienna. Parte I

In questo post e nei tre
successivi, propongo una nuova traduzione delle quattro serate del 4 gennaio,
1, 8 e 22 febbraio 1911, in cui la Società psicoanalitica di Vienna discusse le
teorie adleriane. La conclusione del dibattito è nota non solo per la drammaticità
della separazione di Adler da Freud, ma anche perché segnò l’inizio dello
sviluppo autonomo della Psicologia individuale. Trattandosi di testi peculiari, ambigui
e oscuri in non pochi passaggi, ho approntato anche un’edizione critica del
presente lavoro, che comprende tutti e quattro i verbali delle serate e che si può
gratuitamente consultare e scaricare su academia.
[102] Serata di conferenza: 4 gennaio 1911 [1]
Presenti: Adler, Federn, Freud, Friedjung, Furtmüller,
Graf, Hilferding, Hitschmann, Jekels, Nepallek, Oppenheim, Rank, Reitler,
Sadger, Stekel, Tausk, Grüner G. e F., Wagner, Klemperer, Silberer,
Winterstein, Rosenstein.
Ospiti:
dr. Bjerre da Stoccolma [2],
il sig. Friedmann da Francoforte.
[125°] [3]
VERBALE
[Questioni societarie] [4]
Al posto del dr. STEKEL, che si dimette dalla sua funzione di vicepresidente e di presidente scientifico [5], viene cooptato dal comitato per 14 giorni, secondo lo statuto, il dr. I. Sadger, decorso tale periodo deve aver luogo una scelta definitiva.
Il Prof. FREUD dà la buona notizia che il prof. Bleuler di Zurigo, di cui nell’ultimo Jahrbuch è apparsa una grandiosa apologia della psicoanalisi, si è unito alla locale società psicoanalitica e forse si presenterà presto quale capo della stessa [6]
[103] Alcuni problemi di psicoanalisi [7]
Relat[ore] [8]: dr. Alfred Adler
L’oratore abbozza
anzitutto un programma delle sue esposizioni, del quale oggi intende discutere
solo il primo punto e si riserva gli altri punti per successive conferenze.
Egli intende in generale parlare di:
2) Dell’angoscia e, in relazione a ciò, della conseguenza della tendenza alla sicurezza nella nevrosi, che offre materia alla formazione del carattere.
3) Del carattere e dell’erotismo anali e dei tratti di carattere della pedant[e]ria [9], dell’avarizia, ostinazione e sadismo.
4) Delle zone erogene e della loro relazione con l’inferiorità d’organo.
5) In relazione a ciò, della costituzione sessuale e dell’eredit[arie]tà.
6) Della teoria della libido, in ciò sottolineando il proprio punto di vista, che tratta di un’alterazione della libido nella nevrosi e nella civiltà, in conseguenza della quale essa non è assolutamente da vedere in modo uniforme come il fattore propulsivo, ma come tenuta insieme e artificiosamente nutrita dalla protesta virile, sentita in modo esagerato e, per tendenza, assai valutata o svalutata.
7) Della teoria del sogno, in particolare della questione dell’adempimento del desiderio. Inoltre del sogno d’angoscia, del meccanismo della regressione, di fronte al quale occasionalmente l’adempimento del desiderio sembra soltanto subordinato alla tendenza alla sicurezza, questa generalissima tendenza del sogno – Infine del dubbio nel sogno e di alcune altre forme di sogno.
[104] 8) Infine, del meccanismo della rimozione e del suo ruolo nella nevosi, così come dell’inconscio e del suo ruolo nella nevrosi. Che entrambi abbiano pieno diritto di esistenza, egli non ha potuto che confermarlo nei suoi lavori. Solo che in essi non ha cercato le cause più prossime della nevrosi. Freud stesso, comunque, nelle sue analisi, ha fatto riferimento ad altre relazioni psicologiche, in particolare alle formazioni caratteriali (obbedienza posteriore e simili). Questi chiarimenti sono tanto necessari per la comprensione della nevrosi quanto la scoperta dell’inconscio e della rimozione.
Da sottolineare è anche il fatto che nella nevrosi si prendono in esame le fantasie di incesto, siano ora rimosse o consce, anche dal suo punto di vista, che le pone come possibilità concettuali, come tracce di una libido sentita come smisurata, non però come nocciolo della nevrosi.
Infine, vengono sottolineate in maniera sintetica le linee della protesta virile nel nevrotico, che si mostrano a tratti sostituite da formazioni nevrotiche, per le quali nell’analisi si deve introdurre l’entità degli affetti. L’ulteriore leva della cura è diventata per lui la comprensione [da parte] del paziente del meccanismo dell’ermafroditismo psichico; così il paziente prende il controllo delle sue manifestazioni affettive e dei loro spostamenti. Un terzo fattore della cura è nel transfert, che è arrangiato come transfert d’amore, come tale però non ha autenticità; il paziente è sempre in totale ribellione verso il medico; è il pretesto e il punto di partenza per avviare la battaglia.
1. Sul ruolo della sessualità nella nevrosi [10]
L’oratore sottolinea
anzitutto che tutti questi problemi, sui quali egli vorrebbe presentare non
formulazioni definitive ma solo punti di vista in evoluzione, sono stati
approntati e sono diventati generalmente passibili di discussione solo grazie
ai lavori di Freud.
Tutto ciò che il nevrotico ci mostra quanto a libido non è autentico. Così, le fantasie di incesto servono, lungi dall’essere il complesso nucleare della nevrosi, a nutrire il proprio credere allo strapotere e alla tendenza criminale della libido e a potersi così schermire da ogni altra relazione sessuale.
L’oratore illustra poi le sue spiegazioni con l’analisi di un caso che consente di riconoscere chiaramente i fatti messi in rilievo.
Riassumendo, richiama l’attenzione su come la sessualità si presenti nella nevrosi e quale ruolo vi giochi, senza voler rispondere in modo definitivo a tali questioni. Essa è precocemente risvegliata e stimolata dall’inferiorità d’organo e sentita come colossale dall’accresciuta protesta virile, affinché il paziente si metta tempestivamente al sicuro o la svalorizzi e possa annullarla come fattore. Nel complesso, non è possibile prendere i moti sessuali del nevrotico – così come quelli dell’uomo civilizzato – come autentici a tal punto da tenerli in conto [11].
Discussione
FEDERN
vorrebbe sottolineare dove ci sono problemi insoluti nei quali sono possibili
concezioni in entrambe le direzioni e dove Adler parla da un altro punto di
vista [rispetto a Freud] ma sostanzialmente non comunica altro.
Per
quanto riguarda l’inferiorità degli organi, è scorretto credere che solo essa
conduca a un incrementato sentimento dell’Io e a una tendenza aggressiva; persone
forti, adeguate, possono parimenti giungere all’aggressività e d’altra parte
sviluppare una libido fortemente infantile. La persona adeguata non ha però
motivo di mettersi al sicuro, come dice Adler [o] di rimuovere, come dice
Freud. Ora, per mostrare che [106] l’inferiorità è la conditio sine qua non
della nevrosi, Adler la porta tanto lontano che lo specifico ne va perso,
ritenendo egli tutti gli organismi come relativamente inferiori rispetto
all’ambiente, così come tutti i bambini inferiori rispetto agli adulti. – Alla
nevrosi si può giungere anche senza un organo inferiore, con influenze esterne
corrispondentemente più forti, considerato che si tratta certo solo di
differenze quantitative.
Nella
questione delle zone erogene (e del loro rapporto con l’inferiorità d’organo)
non c’è alcun contrasto di principio con Freud. Nemmeno Freud ritiene che ogni
pulsione debba essere in sé e per sé sessuale, ma che accenti sessuali si
trovino anche in altre pulsioni, cosa che secondo Freud è in relazione con la
comunanza degli organi che servono le due pulsioni. Peraltro queste relazioni
non sono [state] indagate più dettagliatamente, come anche sugli atti “anali”
non si è ancora concluso. Se però Adler afferma che la libido anale si presenta
al servizio di certe tendenze (atteggiamento ostinato) solo tardivamente e
secondariamente, allora dovrebbe dimostrarlo; sarebbe certo altrettanto
concepibile che una libido anale presente da prima, venga più tardi fatta
risorgere dall’ostinazione.
Principalmente,
però, Adler ha spiegato che nel sintomo nevrotico non si tratta di desideri
sessuali rimossi, bensì di paure, per sfuggire alle quali i sintomi compaiono
come tendenze alla sicurezza. Il suo caso odierno è stato insufficiente a
dimostrare qui qualcosa. Questa concezione della nevrosi non differisce
sostanzialmente dalla freudiana, poiché si tratta solo [della questione] se si
parta dall’inconscio, dal rimosso o dalla coscienza che respinge la sessualità.
Dal punto di vista della coscienza si deve rappresentare il processo come
qualcosa contro cui il paziente si mette al sicuro, altrimenti certo non
l’avrebbe rimosso. E così, dunque, anche la “tendenza alla sicurezza” è da
molto nota come funzione secondaria (di Freud). Nel caso da lui riferito,
questa funzione secondaria è tanto evidente perché l’angoscia, come agente
sessuale, gioca un ruolo importante già nella prima infanzia; ciò non parla
tuttavia in sfavore del fatto che i sintomi corrispondano anche in linea
diretta alla sessualità.
Se
infine Adler, in relazione al tema principale della sua conferenza, [ossia] che
la sessualità non sarebbe centro e causa della nevrosi, ha fatto valere che,
come la libido del nevrotico, anche quella dell’uomo civilizzato è solo
[qualcosa di] arrangiato e un risultato, allora egli ha fatto, qui nuovamente, questo
ampliamento logico, che nega il contenuto della sua affermazione. Ma si tratta della
questione se la sessualità nel nevrotico appaia altra che nell’uomo civilizzato
o no. – Se [107] poi Adler afferma che la libido non ha uno sviluppo autonomo
ma viene risvegliata e sostenuta solo dalle pulsioni dell’Io e sfruttata solo
quale strumento nella lotta per questo impiego, allora una parte di questa
esposizione contiene qualcosa di valido: ossia che la costituzione esercita un
influsso sulla sessualità. Già in uno dei primi lavori di Emma Eckstein
sull’educazione sessuale [12],
nato sotto l’influsso di Freud veniva consigliato, quale mezzo contro il
prematuro risveglio della sessualità, di non reprimere i bambini e di
rinforzare il loro sentimento dell’Io. – La pulsione aggressiva (sulla cui
legittimità non si dovrebbe discutere oggi) non risveglia inizialmente la
sessualità, come vuole Adler, ma all’inverso, laddove la pulsione aggressiva
diviene patogena, lì la vediamo stimolata da una sessualità prematura; il
contrario non è stato dimostrato da Adler. Qui si ha un vero pericolo delle
opinioni adleriane, infatti in questo punto egli ha prodotto un lavoro
retrogrado e si mette tra le fila degli avversari della teoria freudiana.
ADLER risponde che anche Freud non ha potuto spiegare del tutto i sintomi della nevrosi solamente con la libido, ma si è appigliato ad altri fattori psicologici, di cui egli [Adler] ha tentato una più ampia esposizione. Se Federn afferma che in ogni cura si vede come tutta l’irrequietezza del nevrotico svanisca con la risoluzione dei complessi sessuali, si deve in proposito rispondere che questo riesce soltanto proprio quando si toglie valore alle sue rappresentazioni sbagliate, si riduce la sua pulsione a farsi valere [Geltungstrieb].
JEKELS
solleva la questione[:] quando l’intera costellazione (della protesta virile),
supposta da Adler anche per il normale sviluppo del carattere, assurge a
nevrosi?
L’incertezza
del bambino nel ruolo sessuale e le sue valutazioni culturali sbagliate sono rappresentanze
così complicate delle pulsioni, con cui non siamo abituati a operare, motivo
per cui appunto cerchiamo piuttosto di ricondurre tutto alle pulsioni; forse le
rappresentazioni del maschile e femminile derivano anzitutto dall’atteggiamento
libidico del bambino verso i suoi genitori. – L’abbandono del punto di vista
sessuale rende inspiegabile l’esemplarità della sessualità.
[108]
L’affermazione che i nevrotici da un lato valutano in maniera straordinaria la
sessualità, dall’altro la svalutano, è un’opinione soggettiva di Adler.
ADLER afferma, quando alla domanda di quando si giunga alla nevrosi, di prendere posizione solo sui quadri di [coloro che si trovano in] certe condizioni psichiche che poi, quando si dimostrano incapaci, si presentano al medico come nevrotici; l’essenziale di ciò si manifesta analogamente anche nell’uomo civilizzato. Potrebbe parlare anch’egli dell’esemplarità della sessualità, poiché la sessualità comprende un insieme di pulsioni.
REITLER [afferma che] esposizioni più dettagliate della rimozione e dell’inconscio sarebbero state più gradite. – Se Adler afferma che non il complesso d’incesto, ma la protesta virile è il nucleo della nevrosi, allora lì non lo si può seguire; assolutamente no, se questa protesta virile deve imporsi con mezzi femminili. In “Nevralgia del trigemino” [13] di Adler non viene addotta la prova che il paziente vuole andare a letto dalla madre per protesta virile e non per libido. – Resta anche oscuro se la protesta virile si trovi nella coscienza o nell’inconscio.
ADLER ha già ripetutamente menzionato i pazienti menzionati da Reitler, che non mostrano assolutamente nulla di femminile; sono persone che dall’infanzia conducono una battaglia contro il loro padre, della quale possono venire a capo solo dimostrandosi incapaci; con ciò puniscono il padre e giungono comunque a un certo dominio su di lui. – Al caso del trigemino, Reitler contrappone semplicemente la propria concezione. Il desiderio d’incesto prova al paziente che egli non è una donna. – La protesta è tanto nella coscienza quanto nell’inconscio. Nella coscienza egli tenta di comportarsi come un uomo; che egli inoltre nel suo inconscio abbia tutti i sentimenti della donna verso l’uomo, emerge tra l’altro dall’analisi dei suoi sogni.
HITSCHMANN
trova il punto più debole di Adler nella casistica: i suoi casi sono
solitamente monosintomatici e nessun caso ha rivelato la razionalizzazione
della vita pulsionale, da lui argomentata, più del caso di oggi. La cosa più
evidente sembra allo stesso Adler la sopravvalutazione della sessualità. È
questo un tipo che noi conosciamo bene. Dal fatto che i sintomi descritti nel
paziente che si trova di fronte al matri[109]monio erompano dopo una polluzione
(o qualcosa di analogo) per lui deprimente, si trarrebbero piuttosto
conseguenze non molto psicologiche; sarebbe più plausibile la concezione
puramente medica che l’uomo si sente del tutto incapace di soddisfare una donna
nel matrimonio. [Ritenere] Che con la sua superlibido debba perseguire un certo
qual scopo, che possa produrre intenzionalmente la polluzione, tutto questo è
troppo artificioso e razionalizzato; anche nei sogni viene messo troppo, in
modo superfluo. – Chi abbia visto una volta l’elemento impulsivo di una
perversione (per esempio sadismo o masochismo) nella nevrosi, non avrà alcuna
intenzione di supporre in partenza che il paziente voglia mostrare, per es. con
il masochismo, qualcosa a sé o ad altri.
Decisamente
prematuro è partire dai problemi, proprio da quelli di cui sappiamo pochissimo
come per es. la vita pulsionale, con una tale sicurezza. – La valutazione di
maschile e femminile, che Adler colloca in una così precoce infanzia, non può
essere confermata in questo modo. La derivazione di un’equa valutazione in
questo senso è impossibile già per via del fatto che ci sono tipi ben completamente
diversi di genitori. Questi strani uomini femminili, ammessi anche da Adler,
che soffrono meno per il complesso nucleare che per l’importanza del padre, sono
ben descritti da Jung [14].
ADLER
sottolinea che la valutazione di maschile e femminile nella nevrosi è solo la
cristallizzazione di quella valutazione che c’è da sempre nella nostra civiltà
e che ha avuto inizio già con l’avvio della civiltà. – Riguardo agli uomini
femminili è da notare che non rimangono femminili, ma che solo con mezzi
apparentemente femminili portano fino in fondo la loro protesta virile. – La
fantasia della donna con il pene non è originaria, ma conservata in modo
simbolico; è l’elemento caratteristico di un nevrotico che non vuole finire
nella sudditanza sessuale. Il mezzo di espressione origina dalla sua
preistoria, in cui egli effettivamente era all’oscuro del suo ruolo sessuale.
TAUSK
vorrebbe anzitutto eliminare un punto controverso parlando, invece che di
“tendenza alla sicurezza”, della freudiana “fuga nella malattia”.
[109]
Con la pulsione aggressiva adleriana ci si deve chiedere: chi aggredisce? Una
pulsione aggressiva che non viene portata da un soggetto è impensabile. Una
pulsione aggressiva senza portatore, cioè senza una pulsione che serva a un
preciso scopo biologicamente fondato, è davvero una pulsione inutile [15].
Nella
valutazione di maschile e femminile nella nevrosi, si dovrebbe anzitutto
chiarire cosa sia maschile e cosa femminile. Qualitativamente non si
distinguono per nulla; piuttosto si potrebbe dire ancora qualcosa di
quantitativo. L’uomo come la donna si oppone all’essere preso; l’uomo come la
donna aggredisce. È una questione di autoconservazione individuale. Ma solo se venisse
data una tale distinzione qualitativa di maschile e femminile, si potrebbe
parlare di una tale motricità nella nevrosi. Altrimenti non resta nient’altro
che la libido, la pulsione. – Che nella civiltà si stabiliscano tali
valutazioni di maschile e femminile è ovvio. È solo un adattamento alle
richieste del mondo, per funzionare energeticamente in conformità a quanto è
permesso. Questa capacità si dovrà trovare in posizione preminente anche in un
[certo] numero di nervosi. Ma che proprio ciò debba essere la motricità della
nevrosi, questa prova non viene portata [da Adler]. Nella nevrosi si tratta di
energie inibite.
Se
però poi Adler, per maschile e femminile, concetti che sono ingredienti [16]
potenti della nevrosi, intende sopra e sotto, allora ciò compromette questi
concetti di maschile e femminile. Infatti, in base alle esperienze pratiche, il
bambino per lungo tempo (fino al quarto, quinto anno o ancor più a lungo) non può
assolutamente avere l’idea di sopra e sotto nel rapporto sessuale. Se questo Sopra
e Sotto [17] differenziasse
la nevrosi come maschile e femminile, lo si dovrebbe ritrovare come osservazione
di un coito reale in ogni nevrotico nella prima infanzia. La prova che a quegli
sia davvero andata così, la dovrà ben Adler, come [prova] cruciale. Questo Sopra
e Sotto, nella storia della nostra civiltà, deriva dal coito; se sia sfruttato
psicologicamente nel meccanismo della specifica nevrosi come sopra e sotto,
questa prova Adler non la fornirà. Nella nevrosi è sufficiente la pulsione
inibita [111] per provocare un disturbo nell’equilibrio della persona. In
particolare, questo motivo è la perversione, la quale non può essere convertita
in azione [diretta] perché è inconscia; usurpa perciò per sé azioni estranee. Allora
compare il non-capire da parte dell’ambiente e tutta la condizione descritta da
Adler.
ADLER
non ha mai voluto contestare che il seme delle sue concezioni è da trovare
nelle dichiarazioni di Freud e dunque anche che la fuga nella malattia
corrisponde alla tendenza alla sicurezza; solo vi rientra la protesta virile,
la caratterologia (avarizia, sadismo, pedanteria). Nel proporre la pulsione
aggressiva, egli [Adler] non conosceva ancora il primum movens della pulsione
aggressiva stimolata, la protesta virile.
Per
la concezione di maschile e femminile determinante è l’impressione che ne ha il
bambino nevroticamente predisposto; parimenti si trova la valutazione di sopra
e sotto nel bambino nevroticamente disposto, in ciò è in questione il fatto che
il bambino, anche istintivamente, comprende molto (così [per] il Sopra e Sotto
nel coito), cosa che anche Freud suppone nel “piccolo Hans” [18].
Non c’è alcun principio più generalmente valido per tutte le relazioni umane del
sopra e sotto.
Bibliografia
Lualdi M. M. (2024), Emma Eckstein: Un’importante questione educativa. Contributo
online.
Nunberg
H., Federn E. (herausgegeben von) (1974), Protokolle der Wiener
Psychoanalytischen Vereinigung. Band III
1911-1912, Fischer Verlag, Frankfurt a. M., 1974.
[1] [NdT] Da: Nunberg H., Federn E. (herausgegeben von), Protokolle der
Wiener Psychoanalytischen Vereinigung. Band III 1911-1912, Fischer Verlag,
Frankfurt a. M., 1974, 102-11. Tutte le parentesi quadre sono mie, fatte salve
quelle dei curatori tedeschi, segnalate come tali in nota. Le note dei curatori
tedeschi sono introdotte dalla sigla NdC; le mie dalla sigla NdT.
[2] [NdC] Poul Carl
Bjerre, 1876-1964, fu il primo seguace di Freud in Svezia, tuttavia in seguito
si ritirò da Freud e divenne un collaboratore di Jung. Fu un pioniere della
psicoterapia e del movimento anti-alcol in Scandinavia.
[3] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[4] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[5] [NdC] Quale sia
stato il motivo delle dimissioni di Stekel in questo frangente, non ci è noto,
ma con la curatela dello Zentralblatt avevano avuto inizio infinite
difficoltà tra Freud e Stekel, che portarono infine all’uscita di questi dalla
Società (seduta del 6 novembre 1912).
[NdT] Va aggiunto che, trascorsi i
14 giorni previsti dallo statuto, il 18 gennaio Stekel riassunse i propri
incarichi con 17 voti a favore (Nunberg, Federn, 1974, 125), per poi dimettersi
nuovamente, come si vedrà, il 22 febbraio, alla fine delle quattro serate
dedicate alla discussione delle teorie adleriane.
[6] [NdC] La
soddisfazione di Freud per la posizione di Bleuler diviene ben comprensibile se
si tiene presente la situazione della psicoanalisi al tempo. In Europa, Freud
era stato respinto dal mondo accademico; al movimento psicoanalitico ancora non
appartenevano scienziati di riconosciuto valore universitario; ora, finalmente,
uno psichiatra della levatura di Bleuler era diventato membro della Società
psicoanalitica svizzera. – Il titolo dell’articolo menzionato da Freud è: “Die
Psychoanalyse Freuds. Verteidigung und kritische Bemerkungen [La psicoanalisi
di Freud. Difesa e osservazioni critiche]”, Jahrbuch, vol. 2, pp.
623-750.
[7] [NdC] Nello Zentralblatt,
vol. 1, 1911, p. 185, la conferenza di Adler venne annunciata nell’ambito dei
“Resoconti delle sedute della Società psicoanalitica di Vienna” con il titolo: “Problemi
controversi nella psicoanalisi: I. Sessualità e nevrosi”. Una pubblicazione
avvenne solo nel 1914 (si veda la successiva n. 15). In questa e in una
successiva conferenza (si veda il 129° verbale; qui infra, 24 e segg.),
Adler espone le sue teorie divergenti da quelle di Freud. Una copia del
presente verbale giunse in possesso di Siegfried Bernfeld, che la mise a
disposizione di Kenneth Mark Colby. Questi utilizzò il protocollo nel suo
saggio “On the disagreement between Freud and Adler”, American
Imago, vol. 8, 1951, pp. 229-38.
[8] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[9] [NdT] Parentesi
quadre dei curatori tedeschi.
[10] [NdC] Pubblicata con il titolo “Zur Kritik der Freudschen
Sexualtheorie des Seelenlebens. I. Die Rolle der Sexualität in der Neurose
[Per la critica della teoria sessuale freudiana della vita psichica. I. Il
ruolo della sessualità nella nevrosi]”, in Heilen und Bilden, pp. 94-102.
[11] [NdC] Si può qui
osservare, per così dire in statu nascendi, come un intelletto così forte come
quello di Adler resti avvolto nella propria rete per motivi affettivi.
[12] [NdC] Emma
Eckstein, “Eine wichtige Erziehungsfrage [Un’importante questione educativa]”, Die
Neue Zeit, Revue des geistigen und öffentlichen Lebens (un settimanale
socialdemocratico), anno 18, vol. 2, 1899-1900, pp. 666-69. Vd. anche secondo
capoverso della n. 10 del 44° verbale nel volume 1 della presente
pubblicazione.
[NdT] Quanto al testo della
Eckstein, rinvio a Lualdi, 2024, in cui argomento anche in merito alla possibile non correttezza
dell’identificazione del testo alluso da Federn da parte dei curatori tedeschi.
[13] [NdC] A. Adler,
“Die Psychische Behandlung der Trigeminusneuralgie [Il trattamento psichico
della nevralgia del trigemino]”, Zentralblatt, vol. 1, 1910, pp. 10-29.
[14] [NdC] C. G. Jung, L’importanza
del padre nel destino dell’individuo. In Jung C. G., Freud e la
psicoanalisi. Opere 4, Bollati Boringhieri, Torino, 1973, 321-42.
[15] [NdC]
Nell’originale il testo riportava inizialmente: “Supporre una pulsione
aggressiva senza uno scopo biologicamente fondato, vuol dire privare la
pulsione del suo scopo.” Questa frase è stata parzialmente cancellata e
modificata con grafia sconosciuta (probabilmente di Tausk, per gentile
informazione del dr. Pfeiffer, Gottinga) nella forma sopra riportata.
[16] [NdT]
“ingredienti”: val la pena notare che qui Tausk impiega “Ingredienzen”, termine
piuttosto raro che trova impiego specifico nei testi tedeschi di farmaceutica
(si veda Etymologisches Wörterbuch des Deutschen, lemma “Ingredienzen”). Ciò
aiuta a comprendere la scelta del successivo aggettivo: “potenti” (“mächtige”).
[17] [NdT] Nel verbale,
“sopra” e “sotto” compaiono sia con la minuscola sia con la maiuscola. Per
mantenere la differenza anche in italiano, ho conservato la maiuscola dove
presente. In tedesco la differenza è netta, poiché la maiuscola caratterizza i
sostantivi.
[18] [NdC] Freud S., “Analisi
della fobia di un bambino di cinque anni (caso clinico del piccolo Hans)”.
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